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The Departed (Usa 2006)


Scheda


Titolo originale: The departed
Nazione: U.S.A.
Anno: 2006
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 149′
Regia: Martin Scorsese
Cast: Leonardo DiCaprio, Matt Damon, Jack Nicholson, Martin Sheen, Alec Baldwin, Mark Wahlberg
Produzione: Warner Bros., Vertigo Entertainment
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: Roma 2006
27 Ottobre 2006 (cinema)

Boston: nell’eterno scontro tra mafia e polizia si intrecciano le storie speculari di Colin Sullivan, poliziotto apparentemente modello, ma in realta’ corrotto: e’ la talpa del boss Frank Costello, mentre il giovane Billy Costigan, proveniente dai bassifondi della citta’ viene infiltrato nel piu’ stretto entourage del gangster per riferire direttamente al Capitano Quinnan..

Scorsese torna, con ottimi risultati, a cimentarsi con un tema a lui caro, le dinamiche della malavita, ma questa volta abbandona i familiari bassifondi newyorchesi per Boston dove ambienta la vicenda in seno alla mafia irlandese (che pero’ ha molti punti in contatto con quella italiana, tanto che il boss ha un nome tipicamente nostrano).
L’opera si ispira al primo capitolo alla trilogia noir di Hong Kong, Infernal affairs di Andrew Lau e Alan Mak per costruire un gioco di scatole cinesi, un rimando di specchi dove niente e nessuno e’ realmente quello che dice di essere, ma vive perennemente nella menzogna.
In questo mondo dove la bugia e’ all’ordine del giorno quello che conta sono le origini, le gesta dei morti, quei defunti citati nel titolo originale del film, un titolo che ha anche valenze anticipatorie della storia, rovinato, al solito, dalla infelice traduzione libera italiana.
Per questo motivo Colin Sullivan e’ il rappresentante ideale degli irlandesi buoni e volenterosi perche’ il padre ha sempre lavorato onestamente e poco importa se il figlio ha preferito lasciarsi irretire fin da ragazzino dal fascino perverso di Costello che lo incanta con il mito del denaro facile, viceversa Billy Costigan e’ il perfetto prototipo del ragazzo di strada dato che proviene da una famiglia che da sempre intrattiene rapporti con la mafia locale ed ha avuto il suo piu’ fulgido rappresentante nello zio, tirapiedi di Costello, trovato assassinato.
Il gioco di realta’ falsate diventa parossistico con le figure dalla psicologa fidanzata con Sullivan, che si occupa del rinserimento di Costigan (non restando insensibile al suo fascino): piu’ volte giustifica il bisogno di menzogne come unico modo per non ferire gli altri o evitare situazioni troppo complesse; anche la figura di Costello nasconde delle ombre imprevedibili e cosi’ quelle di tanti personaggi di contorno.
Che dietro questa stigmatizzazione della falsita’ ci sia un messaggio politico, una denuncia dei metodi disinvolti del governo americano e’ lampante, basta pensare alla “bugia” delle armi di distruzioni di massa che hanno giustificato la guerra ed e’ sottolineata dall’ultima immagine del film: un topo di fogna che insozza la meravigliosa vista sul Palazzo di Giustizia del lussuoso appartamento di Sullivan.
La regia secca e precisa di Scorsese e’ supportata da un cast stellare forse non sempre smagliante: se Di Caprio conferma ancora una volta il suo talento nella delineazione nervosa e fragile di Billy Costigan, Matt Damon non e’ sempre alla sua altezza nel dipingere l’antagonista Sullivan; Martin Sheen e’ misurato nei panni del Capitano Quinnan mentre, ho trovato eccessivamente sopra le righe, per un film cosi’ asciutto, la prova di Jack Nicholson che interpreta il boss Frank Costello.
avag

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