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Metallica – Death Magnetic

2008 - Elektra Records
trash metal

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Tracklist

1.That Was Just Your Life
2.The End Of The Line
3.Broken, Beat & Scarred
4.The Day That Never Comes
5.All Nightmare Long
6.Cyanide
7.The Unforgiven III
8.The Judas Kiss
9.Suicide & Redemption
10.My Apocalypse

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Nella storia dei Metallica mai un disco era stato tanto atteso. Vuoi per l’amaro in bocca che St. Anger aveva lasciato 5 anni fa, vuoi per la cacciata di Bob Rock e la conseguente nuova collaborazione con quel mostro sacro che risponde al nome di Rick Rubin (v.Rage Against The Machine, System Of A Down e Red Hot Chili Peppers fra gli altri). Scelta emblematica se si considera che Death Magnetic, già prima della sua uscita, doveva essere l’album della svolta; l’album dell’abbandono della direzione presa con i lavori recenti per ripercorrere le vie originarie. E diciamolo subito: Death Magnetic è un buon lavoro. Vuole ripartire idealmente da …And Justice For All e restare lì sospeso nel periodo appena precedente al Black Album. Ed ascoltando le prime tracce centra i bersagli.

Lo fa bene in That Was Just Your Life -un battito che si dipana in una trama tagliente- e lo sottolinea in The End Of The Line, semplice intreccio tra gli assoli di Kirk Hammett ed un canatato che va ad attingere ai Metallica di una quindicina di anni fa.

Il singolo scelto per lanciare l’abum è The Day That Never Comes. E’ la commistione perfetta di “Fade To Black”e “One”, sfiorata a tratti dalla bravura che Rubin ha saputo infondere nei momenti più calmi dei Metallica (episodi isolati in questi 10 pezzi). Non va semplicemente a pescare fra le perle passate del gruppo, anzi; rappresenta uno dei picchi dell’intero album insieme all’ostica All Nightmare Long. Il punto massimo di tutto Death Magnetic è qui: potenza, melodia, precisione. Da quanto tempo non sentivamo questi Metallica. Dai tempi di Justice si diceva, quelli in cui Cyanide prepotentemente si va a rilassare tra le braccia delle distinte linee di basso che dettano il tempo ai vari riff. Buona (ma globalmente mixata bassa) è la prova generale del bassista Robert Trujillo a cui, dando per scontate le sue ottime capacità tecniche, molti danno il merito di aver apportato nuova linfa agli inventori del Trash Metal.

Sorvolando sull’originalità di The Unforgiven III e sulla buona ma ripetitiva irruente essenza trash di The Judas Kiss si raggiunge la strumentale Suicide & Redemption. Quasi 10 minuti, ben scritti e articolati, ma di nuovo un pò ripetitivi (globalmente dettati dalla prova monotona di Ulrich).
Chiude My Apocalypse dal cui testo è tratto il titolo del nuovo lavoro dei Metallica. Uno degli episodi più veloci di sempre e, tutto sommato, quasi riuscito.

Dividendo idealmente in due l’album potrebbe dirsi che le prime 6 tracce sono sufficienti o poco più, meno le seguenti 4. Se consideriamo quanto ascoltato neglli anni seguenti al Black Album potremmo affermare con convinzione che a questo giro la musica è comunque cambiata.

Death Magnetic si lascia ascoltare molto e volentieri. E se spesso non si considera che i fasti raggiunti dai magnifici 4 in passato difficilmente saranno superabili, accontentiamoci di questo.

6/10

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