Dopo tanto clamore, vista la particolarità del sound proposto, eccoci finalmente a commentare l’omonimo esordio dei Calibro 35. Egregio il cast: Massimo Martellotta alla chitarra (Noa, Stewart Copeland), Luca Cavina al basso (Trangender, Beatrice Antolini), Fabio Rondanini alla batteria (Andrea Pesce, Roberto Angelini), Enrico Gabrielli (Afterhours, Mariposa, Morgan) e Tommaso Colliva alla regia (Afterhours, Muse, Franz Ferdinand, Twilight Singers).
Lo spirito sixties rimane costante in tutte le tracce del disco, accompagnato da una fine unione di jazz, funk e richiami ai maestri delle colonne sonore di un filone del cinema che ha fatto storia. Il tutto è un turbillon di fuzz guitar, grooves di stampo funk, organi sparsi e strumenti vintage. Italia a mano armata di Micalizzi (ripresa anche dall’ultimo Tarantino) è action thriller al punto giusto e sembra farti salire su di un’alfa anni ’70 all’inseguimento di cattivi malviventi. Rock al punto giusto sono Summertime Killer, il Bouchet funk e il Preludio di Milano Calibro 9: le linee di basso sono in primo rilievo e gli odori seventies sono un’esecuzione da manuale.
Trafelato è riprova dell’animo più jazz della band: improvvisazioni precise, rumori, texture di basso e fiammelle di piano che si rifondono a profusione in Titoli (da Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto) del maestro Morricone. Gangster Story è la più veloce, la reinterpretazione de La polizia s’incazza è la più tetra.
A chiudere c’è L’appuntamento, dal film “Tony Arzenta”: Lauzi reinterpretato alla voce da Roberto Dell’Era.
Il sovrapporsi di cori, drum-machine, basso, piano, organi, fiati e lapsteel è perfetto. Non solo per gli amanti del genere.
7.5/10