Gocce di musica e gocce di memoria.
A volte le cose coincidono, in un fluire di emozioni e sensazioni che solo certa musica può regalare.
Arnoux è Fabio Arnosti, bassista dei Ten Thousand Bees, quartetto friulano spesso dedito a sperimentazioni post punk e a derive noise.
Viene da Maniago, città dei coltelli, ma è a Venezia che nasce “Cascades”, primo lavoro da solista, piccolo bozzetto di indie pop, piccolo ritratto di una visione del mondo intimista e toccante.
I ventitrè minuti ventitrè di “Cascades” bisbigliano di elettronica e post-rock, sussurrano ambigue parole come indietronica o folktronica e, più in generale, toccano il cuore senza mai strafare, sorprendendoti a sorridere meravigliato mentre riparti da capo, ancora ancora e ancora.
E’ una qualità questa, da tenere ben stretta, perchè sono pochi i dischi – od opere d’arte in genere – ad averla.
Ti girano intorno senza far rumore, senza farsi mai lasciare, senza perdere neanche una sfumatura, neanche ogni tiepida goccia che sembra scorrere e fluire senza sosta in una cascata di emozioni che ti sconvolge e ti rapisce.
Vorremmo che Arnoux diventasse famoso. Vorremmo che Arnoux restasse solo nostro.