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Guns’N’Roses – Chinese Democracy

2008 - Geffen/Interscope
rock/hard rock

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Tracklist

1. Chinese Democracy
2. Shackler’s Revenge
3. Better
4. Street of Dreams
5. If the world
6. There was a time
7. Catcher in the rye
8. Scraped
9. Ryad n’ the bedouins
10. Sorry
11. I.R.S.
12. Madagascar
13. This i love
14. Prostitute

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Il tempo trasforma tutto e tutto si trasforma con il tempo, inclusi quelli che sono i brandelli crudelmente masticati di una band che tra la fine degli anni ’80 e la prima metà dei ’90 ha inciso il proprio nome nella storia della musica rock in generale. Anche il meno “dotto” degli individui, musicalmente parlando, riesce a riconoscere le prime note di Don’t Cry o di Knockin’ on heaven’s door. Questi erano i G n’R che ricordavamo: ebbene quello che era non è più. L’eccentrico Axl Rose ha mutato profondamente il gruppo, riuscendo a fare il vuoto intorno a sé, smembrando quella che era l’ossatura del gruppo che ha coniato i successi sopra menzionati. In 15 anni, da quel The Spaghetti Incident, raccolta di cover dall’inflessione punk, sono spariti uno ad uno i musicisti che facevano parte della formazione “storica” dei Guns n’roses, Slash, Duff McKagan e Matt Sorum hanno tutti preso altre strade. L’unico rimasto a sorreggere l’inconfondibile timbro vocale di Axl è Dizzy Reed, che mai si sarebbe sognato di dover attendere così tanto tempo per rivedere un album dei Guns sugli scaffali. Inevitabilmente questo diventa a pieno titolo il disco più famigerato della storia della musica, lasciate perdere il White Album dei Beatles, Lie di Charles Manson o Led Zeppelin IV dei Led Zeppelin…roba da bambini se messi a confronto con questa mostruosità dall’infinita gestazione! Forse è stata la mossa più azzeccata, dal punto di vista economico, da quando la musica è un business: ribadire a più riprese che l’album era finito e finalmente pronto per essere lanciato sul mercato. Alcuni colleghi di Axl si erano anche divertiti a prendere in  giro la lunga attesa prima dell’uscita definitiva, indimenticabile la scelta degli Offspring di intitolare Chinese Democracy l’album che, dopo un blitz degli avvocati dei Guns e della Geffen in casa Holland,  sarebbe uscito con il nome di Splinter.

I 14 pezzi che costituiscono l’album annunciano che i G n’R sono tornati, ma che sostanzialmente non sono loro, che in definitiva hanno sì la voce di Axl, ma hanno modificato le sonorità ed istituzionalizzato il loro verbo. Proprio perché Chinese Democracy non sembra un album dei G n’R ecco presentarsi a dare il loro contributo alcuni grandi e grandissimi del rock contemporaneo: oltre al già citato Dizzy Reed ritroviamo Robin Finck, recentemente riaccasatosi dalle parti dei NIN di Trent Reznor; Josh Freese che di quest’ultimi è il batterista, Buckethead, Tommy Stinson, oltre a collaborazioni eccellenti con Sebastian Bach dei Skid Row e Marco Beltrami, compositore italo-americano, recentemente candidato all’oscar per la colonna sonora di Quel treno per Yuma. La mutazione avvenuta quasi a 360° si può sentire già dai primi due singoli estratti dall’album, Chinese Democracy e Better, il primo da indigestione di chitarre impegnate in riff stoppati e assoli infiniti e fluidi. Il secondo ha quasi una struttura pop, non fosse per le urla che Axl dispensa qua e là lungo tutti i 5 minuti del pezzo. Street of Dreams sembra un amarcord dalla memoria vacillante di vecchie ballate del livello di Estranged o So fine, ma il paragone non è garanzia di qualità. Lo stesso risultato si ha in pezzi come Sorry che tuttavia non ha quell’andamento melodioso e armonico che si sentiva in Street of Dreams. La voce di Axl da ancora buona prova di sé in This i love prima della commistione, molto orecchiabile, tra chitarra e piano in Prostitute che chiude l’album. Quando si parla di un gruppo di questo livello non è facile frenare gli entusiasmi o nascondere la delusione, forse solo il tempo potrà restituirci i Guns n’Roses così come li avevamo amati e ascoltati fino allo sfinimento anni e anni fa, il tempo passa per tutti.

Taste: Better, This i love, Street of Dreams

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