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Macno – Tutto Come Prima

2008 - La Scala Dischi
rock/alternative/new wave

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Tracklist

1. Confusione
2. Il mio peccato
3. Nessuna stima gratuita
4. Ogni maledetta notte
5. In controluce
6. Mario B.
7. Un'altra goccia
8. Baci rubati
9. Lontano, lontano, lontano
10. Ultimo giorno d'estate
11. Come prima

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Sarebbe bellissimo, ma purtroppo sconveniente pretendere chissà quale sconvolgente sconvolgimento della scena musicale italiana dai Macno, onesto e più che valido ensemble lariano alle prese con il loro secondo lavoro in studio, “Tutto Come Prima”, edito egregiamente dalla neonata La Scala Dischi.

Alla faccia di più illustri e illustrati colleghi, dediti ad ormai compiute e a tratti stucchevoli rincorse al successo popolare, i Macno si occupano più concretamente di vestire di chiaroscure sfumature new wave (Joy Division, un po’ di Cure, dosi massiccie di Smiths qui e là) una poetica tutta italiana, figlia di band come Marlene Kuntz, Baustelle e Virginiana Miller.

Ed è in questo contesto che va letta la prestigiosa collaborazione con Simone Lenzi dei Virginiana Miller, che fa capolino nella notturna In Controluce, viscerale e struggente ballata arricchita dagli arrangiamenti d’archi dell’onnipresente tuttofare Nicola Manzan.

Parlano di sé stessi i Macno, plasmando voci e strumenti in una pregevole e matura rappresentazione di stati d’animo, struggente dipinto di sentimenti illusi o rafforzati dal tempo, assorbiti e portati dentro con forza, fino a sentire il bisogno di esternarli, di regalarli con l’eleganza di chi sa di avere i mezzi per farlo senza scadere in gelide banalità.

“Tutto come prima” è tutto questo.
É un’intima rappresentazione di noi che scorre veloce tra le vene sotto forma di impulsi, fotogrammi, pensieri, personaggi da raccontare (Mario B e il Mastroianni che vorremmo essere di Un’Altra Goccia), ricordare e riascoltare tra le chitarre ora taglienti ora di seta, tra le ritmiche ora martellanti ora sostegno di eleganti melodie.

Dovremmo indossarla e farla nostra con prezioso orgoglio, con la cruda e splendida consapevolezza che la musica italiana non è solo (di) quei due o tre che prima o poi si stancheranno di stancarci.

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