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Into My Plastic Bones – Hidden Music

2008 - Self
rock/experimental/post-punk

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Tracklist

01.Spycam On Your Back
02.Paracetamolo
03.Screwed Finger
04.Lovely Lovely Lovely
05.D
06.Johnny Cage (Private Life)
07.Toxicology
08.Camel Tsunami

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“Fantasia, originalità e buon gusto”

Ed ecco il secondo lavoro della band Torinese,  fresco fresco di giornata, sembra quasi piombarmi da solo nello stereo. Il volume alto, l’ora lo permette, e le prime note schizzano fuori a valanga, colpendomi come una badilata in pieno volto. Apre piuttosto decisa Spycam on your back, titolo leggermente inquietante ma divertente al tempo stesso. Si tratta di una breve introduzione strumentale, molto interessante, colpisce subito per la completezza e la decisione dei suoni. Nel terminare pare agganciarsi  perfettamente alla traccia successiva, Paracetamolo, unica canzone del disco ad avere un titolo in italiano (Forse….), anch’essa strumentale e breve, ha quasi lo stesso impatto della precedente, sopratutto il motivetto rindondante di chitarra, conquista e lascia piacevolmente in ascolto. Assolutamente geniale il terzo pezzo Screwed finger! Solo la cantilena pseudoreligiosa con cui inizia è di lodevole scelta, e l’atmosfera sinistra degli accordi e dei cori di voce si legano perfettamente alla voce principale, sapientemente filtrata in una sorta di effetto megafono. Ricorda qualcosa dei Clutch, anche se limitatamente alle atmosfere. Bellissima!!!

Segue D, testo in italiano davvero interessante, come del resto tutta la struttura, gran lavoro del basso che riempie sopratutto tra un fraseggio e l’altro di chitarre scatenate. La doppia voce rende tutto onirico e spettrale, anche qui ottima scelta artistica. Giunge la sesta traccia, è la volta di uno dei miei personaggi preferiti, Johnny Cage (Private life) che dovrebbe rappresentare un lato introspettivo del famoso lottatore multimediale. Un dieci per la citazione che forse non tutte le generazioni riconoscerebbero, anche qui ottimo mixaggio, piccola pecca forse per la voce urlata nel ritornello, che ci sta benissimo, ma nasconde un pochino le parole, forse meno immediata ma convincente comunque. Parte con aspre schitarrate stoner, fa battere il piede e la testa in un handbanging notevole, azzeccatissimo l’assurdo e continuo cambio di tempo che spezza e evita di collocare il brano in un genere ben preciso, disorienta in modo piacevole e deciso. Seconda solo a Screwed finger, è probabilmente il pezzo più completo del disco.

Toxicology è una breve introduzione strumentale e ben strutturata che lega perfettamente l’ingresso di Camel Tsunami, la traccia di chiusura. Quest’ultima riempie le casse in modo omogeneo, basso e batteria sembrano essere un unico strumento, perfettamente coadiuvato dalle sonorità ora dolci, ora graffianti della chitarra. Ottimi suoni deliranti che quasi mi fanno saltare dalla sedia, quando tutto sembra finito, al terzo minuto vengo investito da un assurdo intro nascosto, poi un altro minuto di silenzio. Sto lì fermo ad aspettare ma stavolta mi hanno fregato, era tutto lì.

In conclusione, per essere un disco strumentale a metà, direi ottimo lavoro! Qualità, idee e fantasia oltre a tecnica e buongusto, completato da un pizzico di vibrante ironia che forse avverto erroneamente.

Voto: 8/10

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