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Tonino Carotone – Ciao Mortali!

2008 - Bloom Produzioni
folk/patchanka

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Tracklist

1. Il santo
2. Primaverando (feat. Bandabardò)
3. La cama
4. Pornofutbol (feat. Manu Chao)
5. Al viento
6. De vuelt apor Buenos Aires
7. Hidromiel
8. Atapuerta (feat. Gogol Bordello)
9. Vieni con me
10. Frenomotor
11. La parienta
12. No volveremos mas

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Torna in scena dopo una lunga pausa di riflessione lo stravagante Tonino Carotone, autore di uno dei più realistici inni dei nostri tempi, il sempre più attuale “Me Cago En El Amor”.

Sono passati cinque anni, ma ahimè i tempi non sono cambiati: il mondo è sempre difficile, la felicità è una meteora impazzita ed il futuro è rimasto incerto (forse ancor di più).

Nonostante tutto Tonino Carotone sembra non aver perso del tutto la propria “verve” dissacratoria. Di lui si sa che ha sempre vissuto intensamente, magari un po’ fuori dagli schemi, ma pur sempre tenendo a mente  alcuni valori umani autentici da rispettare e cercando di assaporare al meglio quei momenti di felicità che la vita ancora elargisce, seppur con estrema avarizia.

Ecco che allora le dodici canzoni di questo “Ciao Mortali!” non perdono la voglia di suonare a festa, polverose come le cassette di Mina che ammuffiscono sugli scaffali e  anche un po’ beffarde, come il sorriso col quale Tonino Carotone ci schernisce tutti sin dalla foto di copertina.

Il tentativo di rendere il sound delle sue canzoni un po’ più “mainstream”, grazie anche agli illustri contributi di alcuni amici tra cui Bandabardò, Manuchao e i Gogol Bordello, riesce però solo a metà .

Da un lato canzoni come “La Cama”, “Al Viento” e “Hidromiel” non hanno niente da invidiare alla sua precedente produzione artistica, dall’altro dispiace osservare come in “Ciao Mortali!” manchino quei due o tre episodi in grado di elevarsi una spanna sopra a tutto il resto e trascinare l’andamento del disco verso sentieri più ispirati.

Così questo nuovo capitolo non aggiunge niente di nuovo alla carriera musicale di Tonino Carotone, che ci regala comunque dodici canzoni piacevoli da ascoltare, ma che si limitano a galleggiare in placidi territori “easy listening”, senza mai lasciare il segno.

Un episodio interlocutorio, nell’attesa di un’auspicabile ritorno a quei picchi di estro creativo che sicuramente gli si addicono di più.

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