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El Cijo – Bonjour My Love

2008 - Still Fizzy Records
folk/rock/jazz

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Tracklist

1. Every woman
2. The guy of yellow grain
3. Doll
4. Uh uh uh uh
5. Not even my clothes
6. Just a rebel song
7. Coach coming
8. Old man
9. Everything
10. Bonjour My Love
11. Franklin Tortuga
12. Only a few weeks left till easter
13. Anniversary on Monday
14. An island with no ocean around
15. Calamari in frack
16. Blackbird messenger

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All’alba del nuovo anno i nutriti schieramenti dei fan della musica sentono il bisogno di novità per riaffermare che il “progresso”, alla fine, è cosa buona e giusta. Eppure, forse, è bene ricordare, anche dopo l’inizio di una nuova rivoluzione del nostro pianeta intorno al sole che anni e anni fa, quando a calpestare la terra c’erano zoccoli ferrati di cavalli e ruote in legno, a muovere a ritmo le membra degli uomini, c’era il country.

Gli El cijo, rimestando tra le spire di questo stile di musica, costruiscono un album che è anche un pregevole mix folk-jazz ironico e vivace, uno spaghetti-western in note. Sono la semplice originalità della costruzione dei pezzi e i contorni da teatrino dell’assurdo che trasformano questa registrazione in una ventata di aria fresca. Simone Furbetta, Marco Molinelli, Pietro Baldoni, Alessio Ballerini, Giorgia Furbetta e Iury Lusenti sono gli autori di questa composizione, e tra lo stralunato e il finto serioso si destreggiano attraverso i 16 pezzi che costituiscono il tronco di questo “Bonjour My love”, che scorre come un film nelle orecchie di chi ascolta. Il tutto ben distinguibile da subito, nei coretti femminili del ritornello di Every woman, perfettamente accompagnati dalle chitarre in un salto ritmico da batterci i piedi in sottofondo. È piacevole poi precipitare nelle bucoliche e pacate strutture arpeggiate di The guy of yellow grain, pezzo trasportato da un delicato sussurro vocale.

Superato l’interludio simil-notturno di Doll ci si imbatte nelle pesanti arie di Uh, uh, uh, uh che sembra vomitato direttamente dalle fauci di Mr. Cash trovatosi per caso in una jam session in un qualche locale di estremisti facinorosi d evoti al jazz. Superati un paio di episodi-ponte come Not even my clothes e just a rebel song c’è l’ipnotico arpeggio stornellante di Coach coming da ascoltare obbligatoriamente fischiettando e l’oscura Old man che richiede il bis ad ogni ascolto. Lo stampo dei pezzi, da qui alla fine del disco è un alternarsi di ballad agitate e arpeggi smorzati interrotti in maniera splendida dal ridondante piano di Anniversary on Monday, 4 minuti e giù di lì di notturno fruscio di tasti d’avorio magnificamente introdotti da un filo di voce appena intuibile.

Un piccolo brivido folk racchiuso in sedici pezzi tormentati da accenni jazz, in salsa country, da reperire!

Taste: The guy of yellow grain, Uh, uh, uh, uh, Coach coming, Anniversary on Monday

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