A riflettere con attenzione su quel mini-fenomeno che risponde al nome di Il Genio, verrebbe da pensare che ci sia sotto una sorta di infallibile incantesimo, una qualche ragione irrazionale, una qualche ipnosi subliminale a cui è impossibile resistere.
Forse è quell’elettro pop lo-fi senza troppe pretese tecniche a stregarci, forse è quella Francia di fine anni ’60, o forse è la solita e più facile vecchia storia del bombardamento tele-radiofonico.
Che non sbaglia mai.
Loro, Alessandra Cortini e Gianluca De Rubertis (già visto nei quasi fallimentari Studiodavoli), ci provano gusto a guardarci dall’alto.
Dall’alto delle classifiche e di una qualche foto in bianco e nero, di un’ipod per batteria, di quello che i Baustelle si sono stancati di fare da un bel po’.
Ci ho provato a farmeli piacere, credetemi, e non additatemi di una tremenda e gretta chiusura pregiudizale per il solo fatto che “Pop Porno” , che puzza tanto di deja-vu Caparezziano, abbia, volenti o nolenti, stancato anche quegli stessi ragazzetti così attratti dal facile gioco di parole.
In fondo, “Pop Porno” è di per sé il male minore, o anzi, se non fosse quello che è, è perfino piacevole nella sua rivendicazione lesbo-chic di una certa e (in)dubbia superiorità femminile e nella sua terribile e immaginifica visione mistica di Rita Pavone che ascolta i Ladytron.
E se anche “Non è possibile”, lo stivale, il domopack, l’orma di Neil Armstrong, l’ingenua ironia vintage e “non è possibile che l’uomo sia andato sulla luna” sussurrati in un pre-orgasmo scivolano piacevolmente e senza colpo ferire, tutto il resto non può lasciare indifferenti.
Alla lunga, Ilona Staller che scimmiotta amabilmente Kazu Makino dei Blonde Redhead (“A questo punto“, “Tutto Come Sei Tu“) finisce per annoiare, infastidire, irritare, quanto quasi l’attitudine da barba incolta e vita vissuta che il De Rubertis assume e fa sua in un paio di improponibili duetti franco-porno-italiani. (“Applique” e “La Pathétique”), neanche fosse in uno spot di super alcolici.
Innegabile l’astuzia commerciale e la geniale scelta di riproporre su Mtv le colonne sonore dei film hard degli anni ’80, se non fossimo pienamente sicuri della provenienza geografica del duo, verrebbe da chiedersi se Il Genio son sia in realtà un side-project ben riuscito degli Stereolab totalmente lobotomizzati.