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Come Dio Comanda


Scheda

Titolo originale: id.
Nazione: Italia
Anno: 2009
Regia: Gabriele Salvatores
Sceneggiatura: Gabriele Salvatores, Niccolò Ammaniti e Antonio Manzini
Soggetto: Tratto dal romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti
Genere: Drammatico
Durata: 103'
Interpreti: Elio Germano, Filippo Timi, Fabio De Luigi, Alessandro Bressanello, Angelica Leo, Vasco Mirandola, Alvaro Caleca, Carla Stella.
Produzione:  Colorado Film Production, Friuli Venezia Giulia Film Commission, Rai Cinema.
Distribuzione: 01 Distribution
Sito Web: comediocomanda.it.msn.com
Nelle sale dal: 12/12/2008
Voto: 7.5

Nordest, in una landa desolata alle pendici delle Alpi vivono Rino, Cristiano Zena e il loro unico amico: “Quattro Formaggi”. Il primo è un alcolizzato e disoccupato che ha fatto degli ideali nazi fascisti il proprio unico credo e che ha educato secondo i medesimi crismi suo figlio Cristiano. “Quattro Formaggi” è un giovane ritardato ed ex-collega di Rino. Quest’ultimo deve sempre porre grande attenzione a Beppe Trecca, assistente sociale che sorveglia come Rino educa il figlio. Tutto pare procedere “normalmente” sino a una notte nella quale …

Salvatores non pago del successo di “Io non ho paura” , film che nel 2003 che gli valse sia la candidatura agli Oscar che un meritato David di Donatello, ritorna sul luogo del delitto, permettendo ad Ammaniti di proseguire la collaborazione con lui e affidandogli la rivisitazione del suo ultimo romanzo. Libro dal quale i due, cui si aggiunge Antonio Manzini, enucleano una storia livida e tetra, fatta di una narrazione lenta ed efficace dove diventa protagonista un amore totale verso un modo errato e violento di educare. Lo sguardo di Cristiano stranisce e rapisce, fa perdere lo spettatore in un vortice di odio e amore, ove violenza e coerenza la fanno da padroni e dove sono gli “ultimi” a poter dettare le regole di un gioco dove nessuno vince e dove tutti escono sconfitti in un territorio desolato dove non c’è redenzione per nessuno.

Il buio, il freddo e il gelo, esaltati da una fotografia dove sono i colori scuri e regnare sovrani, dettano la legge di una pellicola ove la lentezza con la quale i protagonisti si muovono pare non potersi spezzare mai; dove Filippo Timi, perfettamente calato nel ruolo di adepto dei regimi totalitari, dovrà ricredersi in merito all’educazione alla quale ha sottoposto suo figlio, un Alvaro Caleca qui alla sua prima prova ma che crediamo saprà in futuro rifarsi vivo. Dove il non luogo nel quale si muovono i personaggi è esaltato dal non senso delle loro esistenze molto, anzi troppo, simili a quelle di migliaia di altri personaggi esattamente come loro. Dove il mix fra il rapporto padre figlio viene ad alternarsi con una storia tinta di giallo e dove sarà la figura di “Quattro Formaggi” (un Elio Germano al solito sublime nel suo ruolo) che alla fine lascerà non pochi dubbi irrisolti sul vero senso della pellicola.

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