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Ministri – Tempi Bui

2009 - Universal
rock/alternative

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Tracklist

1.Tempi bui
2.Bevo
3.Il futuro è una trappola
4.La faccia di Briatore
5.Il bel canto
6.La casa brucia
7.Diritto al tetto
8.Berlino 3
9.E poi si spegne tutto
10.Vicenza (La voglio anch’io una base a)
11.Ballata del lavoro interinale

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I Ministri, all’anagrafe Davide Autelitano (basso e voce), Federico Dragogna (chitarra) e Michele  Esposito (batteria), arrivano nel 2009 a pubblicare per Universal il loro secondo album di inediti. Cosa troviamo all’interno di questo album? Undici canzoni dense di rock contaminato dal punk rock dei Foo Fighters tanto quanto dall’alternative di tradizione italica. Undici critici spaccati di vita quotidiana che il chitarrista Dragogna tramite la sprezzante e potente voce di Autelitano ci vuole spiattellare dritti in faccia, la scottante verità sotto forma di frasi-slogan e rime urlate. Questo è il formato di questo CD che ora mi appresto a recensire in maniera più approfondita.

L’album si dimostra molto più vario del precedente “I Soldi Sono Finiti” poiché, seguendo la traccia impostata dall’Ep “La Piazza” alterna momenti melodici e più rilassati a sferzate di potenza che ben si conciliano con la sfacciataggine dei testi. E’ così che ascoltiamo il melodico singolo “Tempi Bui” seguito dall’ironica, cinica e sfrontata “Bevo” e dalla malinconica “Il Futuro E’ Una Trappola”. I risultati della continuazione nel percorso artistico di questi tre si sentono nelle canzoni più particolari come “Vicenza”, violento pezzo che non ha bisogno di tante spiegazioni, e “Ballata Del Lavoro Interinale”, probabilmente il brano meno in linea con la tradizione “ministrica”. Frasi come “lascia che ci sia un padre sopra di noi che si batta il petto e si chieda perché dovrà seppellirsi da sè” e “il futuro l’avete inventato voi” suonano poetiche quanto dirette, e non lasciano scampo all’ascoltatore, seppur alcuni potrebbero storcere il naso per qualche parentesi “politica” dei tre. Tecnicamente il gruppo sta migliorando e la produzione di qualità decisamente superiore a quella del primo disco rende molto bene questa evoluzione, che si vede sia nelle linee vocali che nei riff di Dragogna, sempre graffianti ma a volte più complessi e precisi, con qualche influenza dal metal e dal punk vecchio stampo (es. “La Faccia di Briatore” e “La Casa Brucia”). Il CD contiene anche “Diritto al Tetto”, già vista sull’EP che ha preceduto di un anno la pubblicazione di questo disco, leggermente rimissata con un riverbero teso a potenziare l’atmosfera già molto caotica, seppur in grado di garantire una notevole orecchiabilità, del pezzo. Immancabili gli stralci di musica popolare inseriti per collegare una canzone all’altra come nel primo disco, e stavolta è toccato ad una cantante salmodiare qualche verso di stili molto poco affermati come la “tammuriata”.

Alla fine questo album è sicuramente sopra la media e i Ministri devono aver ascoltato molto bene il monito di Caparezza riguardo il “secondo album” perché hanno fatto di tutto per fare un prodotto degno di nota e che certamente gli darà ancora più spessore anche grazie ai coinvolgentissimi concerti che offrono a poco prezzo ad un pubblico sempre in crescita. Ci si aspetta grandi cose dal loro terzo lavoro che ascolteremo chissà tra un anno o due.

Voto: 8

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