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Leitmotiv – L’audace bianco sporca il resto

2008 - La Fabbrica
Indie Rock

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Tracklist

01. Balocchi
02. La flute magique
03. Magno gaudio populi
04. Vizi pubblici, private virtù
05. Nuhar (I)
06. Puerto Nuevo
07. Lookin’ forward
08. Donca
09. Acqua di luna
10. Down
11. 24h
12. E’ già tardi
13. Tango fluvial (triste, ordinario y final)
14. Le bonheur
15. Talita kum
16. Nuhar (II)

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Per la precisione siamo ancora nel 2008, esattamente verso la fine di ottobre. Se la eco è arrivata fino ad oggi è perché questo album, come una lunga serie di dischi prodotti in Italia, e per ovvi motivi, semisconosciuti, è un lavoro che consta altissimi livelli di registrazione e di produzione. Il metro di giudizio di un ottimo prodotto, al di là delle sonorità e dei generi musicali, dovrebbe essere proprio questo. È certo che i meriti non possono essere appannaggio solo di chi mette una canzone su un cd. Se si è incapaci con una chitarra in mano si può anche essere prodotti da Rick Rubin, ma il risultato sarà sempre lo stesso, l’ascolto di un suonatore di chitarra incapace! Quando alle capacità musicali si unisce un alto livello di produzione il risultato non può che essere un gran bel disco. Non li avevo mai sentiti neanche nominare, e io sono un o che ascolta musica praticamente per tutta la giornata. Non è che non scopo, non mangio, non mi lavo, non mi muovo, ma è che quando faccio tutte queste cose, molto spesso c’è in sottofondo una canzone, a scelta, a seconda dell’umore. I Leitmotiv sono Giorgio Consoli (voce), Giovanni Sileno (chitarra, piano), Giuseppe Soloperto (basso), Dino Semeraro (batteria), Natti Lomartire (chitarra) e sono l’ossatura di un progetto che non ha base alcuna nel nostro paese se non nell’infinita ricerca di influenze che hanno formato il carattere artistico della musicalità europea di tempi ed epoche diversi. Insieme alla grande spinta creativa sprigionata dall’ensemble è necessario e doveroso citare alcuni nomi che hanno messo un’impronta decisiva per l’ottima riuscita del prodotto e tre nomi su tutti sono garanzia di affidabilità. A partire dalla produzione artistica curata da Amerigo Verardi che ha già prestato le sue conoscenze ai Baustelle. Maurice Andiloro, ingegnere del suono e superstar al soldo di Afterhours, Capossela, Jovanotti, Celentano. Infine Claudio Giussani per il mastering finale. L’esempio di qualcosa di ben riuscito lo si sente subito, appena il cd comincia a girare, l’acustica de I balocchi mescolata e distesa così com’è sulle parole appena sussurrate di una voce che obbedisce allo scandito, lieve passo delle tastiere e della batteria, hanno un carattere onirico. Senza prezzo la mediterranea Acqua di luna, compressa in una dialettica napoletana un po’ zoppicante ma dalle tonalità così affascinanti da far scemare, alla lunga, ogni possibile rimprovero. Pu ra e ariosa è la cadenza, silente e moribonda di E’ già tardi, che nel caustico soliloquio del piano ha senso solo se ascoltata in uno stato di trance spirituale. Trasformate i vostri gusti in pura ammirazione sensoriale aggrovigliandovi questo disco all’anima durante l’ascolto e provate a liberarvene alla fine. Impossibile!

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