Hanno tante cose da raccontare i Misero Spettacolo, forse troppe.
“L’Inconcepibile” è una raccolta di canzoni dense di contenuti, un concentrato di misere attitudini che vengono riversate con eleganza nei lobi dell’ascoltatore.
Le canzoni dei Misero Spettacolo sono schiette, si innalzano su testi sinceri che vengono dettati dall’anima e che vengono riversati su carta senza indugiare troppo.
E’ un lungo filosofeggiare sulla parte oscura dell’esistenza, senza paura di spingere troppo a fondo il dito nella piaga purulenta della miseria umana, tra bugie, meschinità, speranze disilluse, infime esistenze e sbagli che alla fine si pagano a caro prezzo.
Il tutto riversato in musica con una singolare alchimia che è un misto tra cantautorato rock, romanticismo pop, melasse melodiche e musica popolare: sembra quasi di vedere i Baustelle che se ne vanno a braccetto con i colleghi della Bandabardò ed incontrano per caso sul loro cammino il buon Amedeo Minghi.
Canzoni come “Il Ponte dei Sospiri”, “Misera Canzone” e “Patetiche Abitudini” riescono subito a farsi apprezzare, a dispetto degli altri episodi, che sembrano quasi voler rifuggire dal rigido formalismo “strofa-ritornello-strofa” per potersi rannicchiare in santa pace nella sostanza dei testi.
E’ proprio qui che i Misero Spettacolo si prendono un grosso rischio: quello di apparire ridondanti.
Forse non si accorgono che l’attenzione dell’ascoltatore non può rimanere sempre vigile al cento per cento (questo per una raccolta di canzoni non è un dettaglio di poco conto): il pericolo è quello di trovarsi smarriti di fronte ai tanti, troppi spunti di riflessione che vengono sviscerati senza alcuna sosta durante l’intera durata dell’album.
Ad ogni modo, se questo è il prezzo da pagare, ben vengano gruppi che in mezzo a questi tempi indolenti, avari di contenuti e di moralità, hanno tante cose da dire e da raccontare: Misero Spettacolo di nome, non di fatto.