Questo Vittorio Cane è veramente una gatta da pelare.
Ho dovuto ascoltare l’album “Secondo” più volte per poter scrivere qualche parola a riguardo.
Particolare è particolare. I riferimenti di un certo tipo di cantautori sono sempre quelli: Bugo, Rino Gaetano, Battisti.
E quello che colpisce di più è il timbro vocale.
Riconoscibilissimo. E questo un grande punto a suo favore.
Stonato? Forse, ma è una stonatura sfruttata a fini espressivi.
Qualche volte richiede qualche sforzo stoico, ma il cantautore in questione ha una poetica valida e il suo modo di cantare è perfettamente in linea con i testi, altamente stralunati e vagamente non-sense.
Arrangiamenti minimali, con una chitarra sempre presente come accompagnamento alla voce.Loop sintetici di batteria, contrappunti svolazzanti e un impasto sonoro degno del disco Lo-fi più ben fatto.
La battuta più scontata che si potrebbe fare sarebbe: Vittorio, sei un cane!
Ma non è così, questo cantautore ha il suo perché e anche la mimica facciale sfoggiata nei videoclip (alcuni in rotazione su importanti network televisivi), è perfettamente in linea con l’intero progetto.