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Daniele Silvestri – Infortezza, Firenze, 29 luglio 2009

dan1Daniele Silvestri è uno dei punti di riferimento del cantautorato italiano.

Il personaggio non ha certo bisogno di presentazioni e proprio per questo impressiona piacevolmente la sua voglia di calcare i palchi nazionali con estrema professionalità, senza risparmiare la minima goccia di sudore.
Le sue esibizioni sono una logica conseguenza di tutto ciò, così come il concerto che ha tenuto a Firenze durante il Festival Infortezza, che riporta alla luce il talento ed il carisma di un cantautore forse fin troppo sottovalutato.
Non ci vuole molto per capire che chi sta sul palco è ormai un uomo maturo, forse disincantato ma non per questo rassegnato alle assurde logiche degli eventi (e l’aver ripresentato dal vivo il suo primo successo “Voglia di gridare” ha più di un semplice sapore nostalgico).

Daniele Silvestri riedan2sce a mettere insieme con incredibile facilità testi ironici che alla fine non sono mai superficiali, e dal vivo riesce ad esaltare il suo grande talento con uno stile del tutto personale, riversando sul pubblico una forte energia positiva, che si disperde tra ironia ed impegno sociale, musica e divertimento (la canzone dedicata al “Silvio nazionale” è un piccolo gioiellino di comicità).
E’ uno di quei personaggi “positivi” che alla fine non possono non  rimanere “scomodi”, perchè sa rivolgersi ai giovani in modo assai semplice ed efficace, lanciando messaggi precisi e mai banali, in un Paese che proprio tutto sembra voler consentire tranne questo, in base ad una strategia ben precisa e delineata: “machiavellica”.

dan3E allora ben venga la sua voglia di gridare, i suoi testi “velati” ma pieni di sostanza (a proposito, date un’occhiata più approfondita al testo di “La paranza” e rimarrete piacevolmente sorpresi), soprattutto in un periodo in cui c’è molta confusione ed in cui sembrano essere in molti ad aver “perso la bussola”.
Non c’è quindi da meravigliarsi se ne viene fuori uno show assolutamente coinvolgente, impreziosito da una buona cornice di pubblico che sembra non aver perso la voglia di divertirsi in tutta libertà e che sembra aver ritrovato, almeno per una sera, anche la voglia di gridare.
Tra le canzoni più acclamate spiccano “Monetine”, “Le cose in comune”, “Kunta kinte”, una versione da brividi di “Aria” e la hit “Cohiba”, non a caso arrivata alla fine dell’esibizione, quasi a voler far deflagrare la situazione sotto il palco.
Resta l’impressione di aver assistito ad un concerto intenso, molto più che gradevole ed al raggiungimento di  una rara sintonia tra chi sta sopra e sotto il palco.

a cura di Massimiliano Locandro

Foto di Eleonora Cagnani.

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