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Tom Waits – Glitter And Doom Live

2009 - Anti
folk/rock

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Tracklist

CD 1
1.Lucinda/Ain't going down
2.Singapore
3.Get behind the mule
4.Fanning street
5.Dirt in the ground
6.Such a scream
7.Live circus
8.Going out west
9.Falling down
10.The part you throw away
11.Trampled rose
12.Metropolitan glide
13.I'll shoot the moon
14.Green grass
15.Make it rain
16.Story
17.Lucky day

CD 2
1.Tom's tales

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Non è la prima volta che il buon vecchio Tom se ne esce con un album dal vivo. Risale al 1988, con Big time, una sua raccolta di successi dal vivo, ma ancora prima di questo disco venne Nighthawks at the diner, registrato in un oscuro locale chiamato Diner appunto, stiamo parlando dei primissimi anni della sua lunghissima carriera, qui siamo nel 1975. Ogni tanto è doveroso uscirsene con questo tipo di documenti, anche per dare una dimostrazione di quanto la tecnica, il suono, le ritmiche che un artista può imprimere ai suoi pezzi si siano affinate in un certo contesto come può essere quello delle esibizioni on stage.

Mr. Waits è un caso particolare, oltre a non essere un grande amante delle esibizioni sul palco, propone un modo di fare musica che ascoltato in presa diretta non facilita il compito riguardante il giudizio finale. Tom Waits è uno degli ultimi baluardi della creatività e della spontaneità sonora, un catalogo di cose prese da luoghi impensabili e da una mente incomprensibile. Essere Tom Waits oggi è una scommessa che solo un pazzo può accettare, tra mille bellissime facce e milioni di piccoli cantanti, musicisti, autori, chitarristi, batteristi, pianisti, che provano ad essere l’ennesima scossa ad altissima intensità per il mondo della musica, prima che tutti, in brevissimo tempo si rendano conto che si è trattato solo dell’ennesima scorreggia da cattiva digestione. Non è mai stato realmente un cazzeggiatore del mainstream, ma ha annusato quell’aria se non altro per la grande versatilità dovuta al personaggio che è, chi non ricorda la sua delirante interpretazione in Dracula di Bram Stoker, girato da Coppola, o nell’ultimissimo Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo? Dove quel diavolo non poteva essere altri che lui, con quel viso aspro e falsamente severo. È un disco che ha girato un po’ tutti i luoghi e le regioni, i palchi e le nazioni, dagli Stati Uniti all’Europa, Francia, Inghilterra, Italia per la struggente Dirt in the ground e la più saltellante Such a scream in quel di Milano, più precisamente nel Teatro degli Arcimboldi. La scaletta è stata scelta direttamente da Mr waits e bisogna ammettere che non ha sbagliato neanche qui, incastonando tra tanti luminosi pezzi preziosi una bellissima e accattivante esecuzione di Falling down, ripresa da Big time. Ancora sopra le righe è Trampled rose e la sussurrata Green grass, prima della furiosa e incazzatissima Make it rain che strappa il posto più alto nell’i deale classifica del disco. Cosa significa avere delle idee? Cosa vuol dire dare una forma a questo continuo vorticare nella mente? C’è persona migliore che può fornirci questa risposta? No! C’è Tom! È qui che si infilano le nerborute radici delle idee, delle scelte che portano rischio e che non hanno direzione, alla fine di un disco, quando gli applausi si sono interrotti, quando ogni melodia è cessata, ecco trentacinque minuti di monologo che non ti aspetti, di vita sua personale, di cose sue.

Un vezzo da cabarettista che il pubblico apprezza e digerisce molto bene tra risate e applausi, qualche rara nota di pianoforte e una sensazione reale di averlo a due passi dalla propria sedia o sedile, a seconda delle situazioni. Non si può imbrigliare una personalità che rimbalza addosso ai muri, frantumandoli, con la stessa intensità con cui usava fare venti o trenta anni fa, è una cosa al di là di ogni possibile spieg azione. Questo è Tom Waits e ne sa molte di più di un qualsiasi diavolo.

Taste: Dirt in the ground, Such a scream, Falling down, Trampled rose, Green grass, Make it rain

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