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Chickenfoot – Chickenfoot

2009 - Ear Music/Edel
hard/rock

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Tracklist

1. Avenida revolution
2. Soap on a rope
3. Sexy little thinh
4. Oh yeah
5. Runnin’ out
6. Get it up
7. Down the drain
8. My kinda girl
9. Learning to fall
10. Turnin’ left
11. Future in the past

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Chickenfoot batte Van Halen 1-0. Possiamo archiviare così questa annata 2009 che ha visto scendere in campo il nuovo “supergruppo” formato dai due ex Van Halen, il cantante Sammy Hagar  e il bassista Michael Anthony. Aspettando la contromossa dei fratelli Van Halen che non dovrebbe tardare in questo anno nuovo.
Si sa, la discesa in campo dei supergruppi non sempre ha mantenuto le promesse date dalle aspettative dei personaggi coinvolti, ma questa volta con i Chickenfoot, a mio parere, è stata una bella e piacevole eccezione. Non fraintendetemi, questo album è lontano dall’essere un capolavoro ma è stato sicuramente uno dei dischi più freschi e coinvolgenti dell’anno appena concluso e se si pensa che è uscito dagli strumenti di quattro arzilli vecchietti dai cinquanta in sù, non può che far piacere.

Il supergruppo, nato come semplice divertimento dalla costola dei Van Halen, si è completato con l’innesto di due vecchi amici come il “guitar hero” Joe Satriani e il batterista dei Red Hot Chili Peppers, Chad Smith, sempre più impegnato al di fuori del gruppo madre, caduto in crisi creativa da parecchi anni, ormai.
Quattro personalità provenienti da un background diverso che si incontrano su  un’unica passione:l’hard rock americano, perchè è proprio questo genere, il punto d’unione delle undici canzoni dell’abum. Che sia più energico e pesante come le iniziali Avenida Revolution(canzone contro i trafficanti di droga messicani) e Soap On Rope o più ruffiano e bluesato come in Oh yeah.
La curiosità maggiore è sapere come si trova un chitarrista solista come Satriani, in mezzo ad un gruppo di altre “prime donne”. Ebbene Satriani sforna una prova da vero gregario della chitarra, limitando i suoi assoli, ma sfornando una prestazione essenziale e perfetta. Prestazione a favore della collettività di squadra che ogni gruppo vorrebbe avere.
Le canzoni scorrono via con piacere e questo è un enorme punto a favore di questo album. Tra canzoni più impegnate come Runnin out e canzoni dai testi leggeri come Sexy little thing o la ballad Learning to fall, si staglia la voce di Hagar, in forma fisica perfetta e autore di una prestazione vocale d’altri tempi. La loro voglia di divertimento è palese ed esce contagiosa dalle canzoni. Come non muoversi al ritmo di una canzone come Get it up? O non aprezzare la jam finale della conclusiva Future in the past?

Per chi abbia voglia di passare un’oretta di svago, in compagnia di questi vecchi marpioni del rock, consiglio di salire in macchina, attaccare l’autoradio ed alzare il volume al massimo, senza di dimenticare di mettere la custodia del cd in esposizione sul cruscotto e notare il cambiamento del colore a seconda del calore.
Fortunatamente, pare che il supergruppo abbia intenzione di diventare un vero e proprio gruppo e le date live di questa estate ci hanno dato la possibilità di ammirare quattro musicisti veramente amici( non dimentichiamo che Anthony fu buttato fuori dai Van Halen perchè troppo amico di Hagar) suonare alla grande divertendosi e divertendo. Quindi il pareggio dei Van Halen(forse  di nuovo insieme, più per soldi che per altro) potrebbe trasformarsi nel più classico 2-0.

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