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Sherlock Holmes, di Guy Ritchie


Scheda

Titolo originale: Id. Nazione: UK – 2009.
Regia: Guy Ritchie.
Genere: Azione, Avventura.
Soggetto: Tratto dalla graphic novel di Lionel Wigram (ispirato ai personaggi creati da Sir Arthur Conan Doyle)
Sceneggiatura: Mike Johnson, Guy Ritchie, Simon Kinberg, Anthony Peckham.
Durata: 130’
Interpreti: R.Downey Junior, Jude Law, Rachel MacAdams, Mark Strong
Produzione: Lin Pictures, Silver Pictures, Wigram Productions.
Distribuzione: Warner Bros Italia
Nelle sale dal: 25 Dicembre 2009

Voto: 6.5

Nella Londra vittoriana Sherlock Holmes e il Dottor Watson stanno per separare le loro strade, difatti John Watson sta per sposarsi e per cambiare casa. A mantenerli uniti, almeno per ora, ci pensa l’esecuzione di un loro vecchio nemico; l’esoterista Lord Blackwood. Arrestato nel corso del loro ultimo caso e prossimo all’impiccagione…

Dimenticate Basil Rathbon, attore inglese che per una serie interminabile di pellicole, in tutto 14, diede vita al personaggio ideato da Conan Doyle. Dicevamo dimenticatevi quell’Holmes e immergetevi in questa pellicola di Guy Ritchie che richiama una Londra gotica, ricostruita con una perfezione scenica che ha consentito al film di venire candidato per la notte degli Oscar, ma che ci restituisce anche un protagonista ben differente da quello che tutti ricordiamo. Quello ideato da Lionel Wigram, autore del personaggio a fumetti, è un Holmes tagliato con l’accetta e semmai più simile a Indiana Jones o a Batman, perché come quest’ultimo si affida alla bravura di un Robin quanto mai sui generis, un Watson che non è la banale spalla e la semplice voce narrante dell’amico collega. Nella pellicola dell’ex signor “Madonna”, al contrario, Watson è atletico ed affascinante quanto Holmes, che di atletico nelle pellicole precedenti aveva ben poco, e  potrebbe essere lui il vero protagonista di quest’esperimento riuscito a metà, con un finale che introduce ben più di un cliffhanger verso una nuova serie di avversari. Un film molto divertente che si lascia vedere, con continui colpi di scena e una sceneggiatura in perenne divenire, ma che a causa della propria confezione introduce e presenta il proprio limite; cioè uno Sherlock Holmes immerso in un blockbuster multimiliardario che predilige l’azione alla deduzione, non disdegnando anche il gentil sesso, tanto osteggiato dal personaggio su carta a causa dell’impossibilità di conciliare ragionamento deduttivo e affetti. Da vedere quindi rimanendo del tutto scevri dalle vostre incursioni cinematografiche e letterarie precedenti e senza la pretesa di seguire i ragionamenti, pochi ma significativi, di Downey Junior “Holmes”.

a cura di Ciro Andreotti

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