Impatto Sonoro
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Sara Lov – La Casa 139, Milano, 20 gennaio 2010

Il tour europeo di Sara Lov fa tappa a Milano. Sono ben otto le date italiane inserite nell’agenda della cantautrice losangelina; a dimostrazione del suo più volte dichiarato amore per il nostro paese dove, tra le altre cose, ha avuto modo di comporre parte dei brani del suo ultimo album , “Seasoned Eyes Were Beaming” uscito nel 2009 e che si appresta a presentarci.

Il luogo è l’ormai familiare Casa 139 dove qualche anno fa, Sara in coppia con Dustin O’Halloran si era tenuto l’ultimo live dei Devics, poi presisi un lungo periodo di pausa. E la prima piacevolissima sorpresa della serata è proprio vedere Dustin fare capolino dal backstage.

Ad aprire la serata con la sua chitarra ed una splendida voce c’è Thony, spalla di Sara Lov per gran parte del troncone italiano del tour. Una serie di pezzi tutti cantati in inglese che si sposano perfettamente con l’atmosfera di intimità e delicatezza che caratterizzerà tutta la serata.

Arriva quindi il turno di Sara che sale sul palco armata di chitarra, tanti sorrisi ed una tazza fumante di thè. Ad accompagnarla c’è Steve Mercado al pianoforte/chitarra e un violinista abruzzese. Lo show comincia ed il pubblico segue con religioso silenzio l’esecuzione della Lov, che propone i pezzi più gettonati dei suoi lavori solisti: si passa da canzoni più romantiche quali “New York” e “Seasoned Eyes Were Beaming” a “Thousand Bees” , “Fountain” ed “Animals”. In scaletta sono presenti anche due cover ottimamente interpretate, “Timebomb” di Beck e “My Body is a Cage” degli Arcade Fire. Ma la miglior cover della serata ed a mio parere anche il momento più emozionante, uno di quelli da pelle d’oca, è l’interpretazione a cappella di “Good Morning Heartache” di Billie Holiday. Quest’ultimo pezzo è il primo bis della serata, il regalo di Sara Lov al pubblico milanese che ha messo nell’ascolto un’attenzione e un rispettoso silenzio di cui la stessa Sara si stupisce.

Ma le sorprese non sono finite qui. Perchè dopo un paio di pezzi con la formazione al completo, viene il turno dello “special guest” Dustin O’Halloran, con cui la Lov riforma per un paio di canzoni i Devics, per la gioia di chi aveva seguito questo gruppo che suona “musica per persone che si lasciano” come dice lo stesso Dustin scherzando col pubblico. E chissà che questo non sia un primo passo verso un nuovo album del duo.

In conclusione una serata intensa e piena di piacevolissime sorprese e colpi di scena. Un gran concerto per un’artista che si spera continui ancora per molto a calcare le scene.

a cura di Michele Marcolungo

www.myspace.com/saralov


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