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Motorpsycho – Heavy Metal Fruit

2010 - Rude Grammofon
stoner/prog/rock

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Tracklist

1.Starhammer
2.X-3 (Knuckelhead in space)/ the getaway special
3.The bomb proof roll and beyond
4.Close your eyes
5.W.b.a.t
6.Gullible's travail (Pt I-IV)

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Sembra di ascoltare quattro o cinque gruppi in un colpo solo. C’è il prog-rock, l’hard-rock, lo stoner, l’heavy metal contaminato con elementi psichedelici dall’ampissimo respiro. Non sono mai stato granché d’accordo con questa frammentazione, macellazione, sminuzzamento della parola “rock”, però una recensione è innanzitutto una costruttiva critica tramite “definizioni”, parole.

Motorpsycho sono, a ragione, la prima vera bella notizia del 2010 e anche se fin qui non ci possiamo lamentare, in questo caso siamo sulla soglia dell’eccellenza, vuoi perché i ragazzi in questione sono tutti dei veri, ottimi, musicisti o vuoi perché finalmente si è recuperata una certa “pesantezza” nel fare musica nelle fredde terre nordiche. Di fronte a colossali doppi, tripli, quadrupli dischi, i ragazzi di Trondheim mettono in campo un disco da sei pezzi, con punte di, anche, oltre i dodici minuti, come nell’ouverture di Starhammer che parte con un pesantissimo riff molto inizio anni ’70, per poi scivolare dentro un manieristico gorgheggio di chitarra, sostenuto dalla batteria, della durata di circa sei minuti. Nell’ascoltare questo brano mi rendo conto di quanta bravura e quanto talento ci siano dentro, niente di improbabile per chiunque abbia qualche giusta dose di tecnica strumentale, ma amalgamarsi così bene dopo un certo numero di cambi di formazione, non si può neanche parlare di ripetitività perché sono talmente tanti gli elementi tra loro differenti negli album dei Motorpsycho che mescolati nuovamente potrebbero produrre album in serie senza dare troppo l’impressione di qualcosa da loro già suonato.
Il caso di X-3 (Knuckelhead in space)/ the getaway special è ancora più affascinante, una ritmata piece guidata da un basso dis torto che si spinge, in crescendo, fino ai cinque minuti circa, per poi dare spazio ad una jazzistica sfida tra chitarra e tromba, guidate entrambe dal rullante e dal charleston della batteria di Kenneth Kapsad che compie in maniera davvero pulita il suo lavoro. The bomb proof roll and beyond è confusione ma è anche pura fantasia, tra cavalcate alla batteria e momenti minimal, come una sosta per riprendere fiato. L’episodio che, tuttavia, mi ha più colpito è la successiva Close your eyes, un lento progresso di divagazioni alle tastiere che rende giustizia alla bellissima voce di Bent Seather, con tutti quei sussurri.

All’insegna del jazz è, ancora, l’apertura di W.b.a.t, che nello sviluppo mette in mostra dei tratti di pura psichedelia che riescono a tenere l’ascoltatore in suspence per tutti i quasi dieci minuti del brano. Sembra tutto detto, ma a chiusura del disco c’è Gulli ble’s travail (Pt I-IV), un muro musicale di più di venti minuti che sa un po’ di vanitoso passaggio ostentatorio, ma come si può chiedere a qualcuno di limitare qualcosa per la quale si ha una predisposizione naturale? Non si può!

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