E’ un album vecchio quasi un anno, ma torna prepotentemente d’attualità in vista della manciata di date che la texana Vanessa Peters ha tenuto nello stivale, terra ormai amica e seconda casa a tutti gli effetti anche in quanto la band che accompagna la cantautrice dedita al country e al folk è quella dei toscanissimi Ice scream on Monday.
Composta da Manuel Schicchi ( chitarra, armonica ),Alberto Serafini ( batteria ), Gabriele Galimberti ( basso ), Guglielmo Gagliano ( violoncello ), MC Hansen ( cori ), Alek Alexa ( violino, mandolino, cori ), si faticano, nell’ascolto di tutto l’album, a riconoscere tratti caratteristici della loro impronta, data la totale abnegazione ad un sound tipicamente d’oltreoceano, non si può che considerare il loro supporto musicale come una ulteriore valorizzazione del già preziosissimo lavoro fatto dalla Peters.
Sembra davvero, a tratti, di star lì ad ascoltare quei fantastici intermezzi musicali che fanno da contorno a tutte quelle scene, strappalacrime o meno, da telefilm americano, una cosa alla Dawson’s Creek o, ancora meglio, alla Una mamma per amica.
Si, per prima impressione possono dare il senso di qualcosa di leggero ma non è assolutamente così, Vanessa Peters, insieme ai suoi Ice cream on Monday, danno alla luce un omogeneo prodotto totalmente figlio delle grandi tradizioni nord-americane attraverso l’uso di sonorità acustiche e una voce che sembra cucita addosso in maniera perfetta ad ogni singola nota di ogni singolo brano del disco. Questa ragazza sembra l’anello mancante per la congiunzione di grandi nomi come Lucinda Williams, Emmylou Harris e artisti dai caratteri più rockeggianti come Sheryl Crow o Cat Power, una calibratura che permette a Vanessa di spaziare e di dare molta aria al suo repertorio. Un incrocio tra il presente ed il passato che vede vincitore soprattutto chi ascolta, che oltre a giovare della voce profondamente americana di Vanessa, può orientarsi e soddisfarsi nelle sue mille sfumature e negli innumerevoli e variegati usi di essa. Pezzi come Drowning in Amsterdam o A million little rocks regalano una parte importante delle grandi doti vocali di Vanessa, ma non si riduce di certo tutto a questo, il terzetto iniziale di Good news, The war e The next big bang sono delle cannonate dalla eco infinita che possono traviare per sempre quell’ascoltatore che inserisce incuriosito il cd nel lettore.
Una regola non scritta della critica musicale mi imporrebbe ora di trovare, nel rovescio della medaglia, dei difetti, per piccoli che siano, a questo lavoro. Io odio le imposizioni!