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Interviste

Intervista ai MIURA

A distanza di qualche mese dall’uscita di “3” ultimo lavoro dei Miura (recensione), abbiamo raggiunto Diego Galeri, batterista della formazione, per farci raccontare la genesi di questo disco sicuramente diverso dai precedenti e per fare un punto sull’attuale attività live con qualche anticipazione sulle mosse future, senza dimenticare il suo passato nei mai dimenticati Timoria.

Intervista a cura di Enzo Curelli.

Innanzitutto ciao e complimenti per la vostra ultima uscita discografica, che come ho scritto nella recensione, ho avuto il piacere di apprezzare con gli ascolti. Insomma è un disco che cresce lentamente.

Questo vostro terzo lavoro, a livello musicale, si stacca abbastanza dai due precedenti. Quale è stato il percorso che vi ha portato ad incidere questo album?
È stato un percorso dapprima naturale nel senso che già in fase di composizione ci siamo resi conto che la musica stava prendendo una direzione diversa rispetto al passato….è stato in quel momento che abbiamo deciso di spingere sull’acceleratore e di lavorare in funzione di un cambio di suono…dunque la scelta di chiedere a Giacomo Fiorenza di produrci il disco…

Dopo il lavoro di produzione del primo lavoro “In testa” ad opera tua e Illorca, di Canali nel secondo “Croci”, la scelta di Fiorenza per la produzione di “3” è stata dettata dalla vostra voglia di cambiamento e quanto ha influito la presenza di Fiorenza sui nuovi suoni?
Moltissimo, Giacomo è un produttore creativo, gli abbiamo lasciato completa libertà di scelta…l’interazione in studio è stata forte e alla fine abbiamo scoperto di essere del tutto compatibili…in quattro settimane abbiamo arrangiato, registrato e mixato il disco senza alcun problema…per quanto mi riguarda una delle più belle esperienze in studio mai fatte…

Dove collocheresti i Miura nel panorama rock italiano?
Difficile dirlo, non ci preoccupiamo di scrivere e suonare un determinato genere, quello che ci viene e piace per noi funziona…siamo sicuramente appartenti alla sfera della musica indipendente perchè produciamo tutto da soli, nella nostra musica però si mescolano molte influenze e non sempre corrispondono con i canoni della musica indie…non siamo un gruppo “di moda”….forse questo non ci garantisce l’appoggio incondizinato dei media che fanno tendenza ma sicuramente ci garantisce longevità e di non sparire dopo pochi mesi di ribalta mediatica come succede ogni anno all’artista cool di turno…

Tu sei, ormai, passami il termine, un “veterano” del rock italiano. La tua esperienza con i Timoria, ti ha permesso di vivere gli ultimi venti anni di rock in Italia. E’ cambiato qualcosa nella scena da quando iniziasti tu?
Direi molto, quasi tutto, soprattutto dal punto di vista della fruizione della musica…. la grande disponibilità di contenuti che la rete offre ha decisamente spostato le coordinate … adattarsi non è sempre facile soprattutto per chi vive nell’ambiente come me da tanti anni ma è comunque doveroso, non si può tornare indietro dunque bisogna fare i conti con le nuove generazioni che la musica la vivono in modo completamente diverso, digitale… credo che la scena musicale italiana sia ancora molto fertile…tante bands, tantissimi concerti…la musica dal vivo rimane insostituibile…per fortuna.

Credo che, con  l’entrata di Max Tordini( già vocalist dei Mesas), il gruppo abbia trovato finalmente la sua quadratura. Manca solo Illorca. Hai voglia di parlarne e rassicurare i fans dei Miura e dei vecchi Timoria sulle sue condizioni di salute?
Illorca sta continuando nel suo percorso di recupero verso una vita normale, purtroppo la sua condizione non gli consente ancora di essere al 100% ma i miglioramenti sono costanti…e purtroppo non è possibile sapere se potrà tornare a suonare e quando, le sue priorità al momento sono altre…la speranza c’è sempre naturalmente…ci sentiamo costantemente…

Perchè una canzone su Luciano Ludring il “solista del mitra”?
Mi ha sempre affascinato la vita delle persone non convenzionali. Lutring è stato un bandito sui generis, guidato dalla passione, con “un’etica professionale” forte…vidi un servizio in tv che raccontava la sua storia e mi affascinò moltissimo, da lì ho iniziato a documentarmi e scriverne un testo è stata la conseguenza…

La fonte d’ispirazione maggiore per i vostri testi?
Credo che fondamentalmente siano le nostre esperienze personali. I nostri testi sono molto “intimi”… spesso scriviamo per immagini senza raccontare una storia … ci piace che le parole trasmettano sensazioni piuttosto che concetti, spesso infatti i nostri testi possono essere interpretati da diversi punti di vista …

A volte penso che molti gruppi come voi meriterebbero più esposizione. Canzoni come Maia (dal precedente Croci) e Normale(dal nuovo 3) potrebbero benissimo uscire dall’underground, non pensi?
Certo lo penso, naturalmente chi fa musica ambisce a che la propria musica possa essere ascoltata da più gente possibile. Non credo comunque che questo debba essere l’obiettivo primario, per esperienza personale so che “inseguire” il passaggio radiofonico o televisivo spesso crea frustrazione e conseguente perdita d’identità, meglio fare quello che più piace con naturalezza, se poi il risultato è valido la gente se ne accorge prima dei media…il percorso è sicuramente più lungo e richiede grandi energie…ma alla fine paga…

Girando sul web, si può notare come tu e in generale i Miura siate molto attenti ai contatti diciamo virtuali con i fans. Internet è veramente un grande aiuto per band come voi?
Direi di sì, fa parte del quotidiano, ormai e non è più possibile prescindere dall’informazione via web…in una realtà mediatica, parlo di radio e tv soprattutto, in cui la musica trova sempre meno spazio, la rete diventa unico veicolo di diffusione e informazione …a volte troppo dispersivo ma sicuramente libero… della rete mi piace che il metro di giudizio della gente non è vincolato da preconfezionamenti…chi ha valore emerge…fondamentalmente è meritocratica…

Intenti e obiettivi della Prismopaco Records da te gestita?
Prismopaco è una piccola realtà, non dispone di grandi mezzi, cresce piano piano…l’obiettivo è quello di produrre la mia musica ma anche quella di altri che mi piace… STOOP e KITSCH sono due bands che a mio avviso meritano molto…nell’album dei KITSCH (Mentre Tutto Collassa) che uscirà il 23 Aprile sono presente anche come produttore artistico, un’esperienza che mi ha coinvolto oltre ogni aspettativa e che mi è davvero piaciuta…

Due parole sui tuoi compagni di band:
Illorca:
Grande rigore, profonda conoscenza, un amico vero, una certezza…mi manca…

Max Tordini:
mi piace la sua spontaneità e la passione che mette nel fare musica…

Killa(ex Zona ma soprattutto Alligator, adoro il loro “Cerebral Implosion”)
ho conosciuto Killa più per gli Zona che gli Alligator, da subito mi è piaciuto il suo modo di essere musicista totale, personale, creativo…negli anni abbiamo approfondito l’interazione anche dal punto di vista creativo… ora scriviamo assieme con naturalezza…

Finalmente l’attività live è decollata, come sta procedendo e obiettivi a breve termine dei Miura?
Abbiamo fatto un buon numero di concerti e spero continueremo così ancora fino all’autunno inoltrato…gli obiettivi sono sempre quelli di suonare dal vivo ovunque ce ne sia la possibilità… stiamo ragionando sull’ipotesi di produrre un nuovo album ma non abbiamo ancora programmato nulla…ci sono un po’ di idee e progetti da considerare….vedremo…

Ora una domanda da fan dei Timoria, se ti dà fastidio puoi anche non rispondere..Si è mai parlato di una vostra reunion? Ho visto che recentemente ha aperto per voi anche il grande “maestro” Enrico Ghedi. Ti chiedo ciò perchè la “fame” di Timoria sembra ancora tanta da parte dei fans. Insomma avete lasciato il segno…
Nessun fastidio…ci mancherebbe…so bene che la fame di Timoria è tanta e che siamo tra i pochissimi a mancare all’appello delle bands “riunite”…fino ad oggi comunque non ne abbiamo parlato…sono convinto che una reunion vada fatta solo se ci sono motivazioni molto forti anche dal punto di vista artistico….non solo da quello economico…purtroppo quelle che vedo oggi mi sembra invece siano mosse soprattutto dal bisogno di monetizzare…ho troppo rispetto per quello che sono stati i Timoria per rovinare tutto con un semplice giro di concerti per fare cassa…non è mai stato nel nostro stile….ci vorrebbe ben altro…

Intervista a cura di Enzo Curelli

www.miuramusic.com

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