Impatto Sonoro
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BABYSHAMBLES + Ellie Goulding – Ferrara Sotto Le Stelle, Piazza Castello, 19 giugno 2010

Gli organizzatori di Ferrara Sotto le Stelle non si danno mai per vinti. Da anni ormai portano gruppi tra i più in voga nel panorama indie, soprattutto quello inglese e marcatamente mainstream, esaltando la piazza più bella della città emiliana definita “patrimonio dell’umanità” con bagni di folla estivi a suon di birra e, in questo caso, pioggia.

Non erano poi molti i presenti a questo concerto dei Babyshambles. Sicuramente Ticketone avrà pianto quando ha notato le scarse vendite, ma dopotutto, non sono loro a condurre le serate e deciderne l’andamento. Perché la limitata presenza di gente non ha impedito a Doherty e soci di esibirsi con un set di tutto rispetto davanti a un pubblico coinvolto come poche volte succede negli appuntamenti di questo festival. Sotto la pioggia, stretti sotto ombrelli e k-way, tutti a festeggiare l’arrivo del quartetto britannico dopo l’apertura degli italiani Le Strisce (che non sono riuscito a vedere, e per cui non citerò oltre) e della popstar Ellie Goulding, deludente su disco ma discretamente interessante in questo contesto, nonostante l’eccessiva durata della sua performance (circa cinquanta minuti) renda faticoso definirla come “spalla”.
Gli headliners sparano alto iniziando con “Delivery”, una delle canzoni preferite dai fans e non solo, collocandosi tra le più celebri insieme all’illustre assente “You Talk”. Gli altri brani “forti” della setlist sono stati sicuramente “Albion”, “Killamangiro” e la conclusiva “Fuck Forever”, dove i fans hanno dato il meglio di loro tra salti, grida e lanci di oggetti. La voce di Pete non era particolarmente limpida e precisa, ma visti gli standard non si può certo parlare di delusione. Sarebbe meglio anzi dire che la carica dimostrata è stata veramente notevole, complici anche un sound adeguato e un nuovo batterista, ovvero Danny Goffey dei Supergrass, che si dimostra da subito perfetto nel suo ruolo.

Tutto sommato, tra reggiseni che volano sul palco, un paio di ballerine assolutamente fuoriluogo, l’atmosfera calorosa del pubblico italiano, l’errore di Pete che saluta Bologna anziché Ferrara, e un’esibizione potente, calda e torrenziale come la pioggia che batteva sulle teste degli astanti, non si può certo parlare di soldi (per la cronaca, costava troppo) spesi male. Lunga vita a band come queste, che, fuori dai tabloid e dalle fedine penali, rimangono comunque tra le migliori in circolazione, anche per l’affetto dei seguaci. Gran concerto.

a cura di Emanuele Brizzante

foto di Federica Papa


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