Impatto Sonoro
Menu

Interviste

Intervista ai DENIMOR

Come appagate il vostro bisogno di arte? Avete mai calcolato il tempo che impiegate e dedicate alla soddisfazione dei vostri sensi artistici? Se la risposta è affermativa e se davvero esiste un sistema per definire in gradi la necessità di arte usate i Denimor come termometro, vi mostreranno il livello medio della vostra dipendenza e misureranno senza la minima soglia di errore il giusto fabbisogno di arte.

E’ tutta nella musica la magia dei Denimor? Oppure la teatralità, l’attitudine circense o, ancor più semplicemente, il make-up hanno un ruolo predominante?
Crediamo che il punto di forza del progetto sia proprio l’insolito mix delle arti, che completano l’esperienza dell’ascolto dei brani o della visione degli spettacoli: Là dove un passaggio musicale suggerisce all’orecchio un’atmosfera, questa viene esplicitata visivamente dal trucco e dai costumi, e viceversa.

Come è nata l’idea per un progetto simile? E da dove viene il nome Denimor?
Siamo una band dal 2005, ed allora facevamo un genere diverso, un punkrock in stile californiano: nell’inverno del 2008 stavamo scrivendo nuove canzoni da proporre ai concerti, ma ci siamo trovati di fronte ad una strada che avevamo già percorso, e abbiamo deciso di reinventarci, scrivendo una storia da raccontare con le nuove canzoni, unendo la nostra passione per la musica con quella per il cinema ed il circo. Così man mano che la storia prendeva forma, scrivevamo i nuovi brani, e man mano che la creazione andava avanti abbiamo sentito la necessità di completare il progetto con costumi in tema con l’epoca storica della vicenda, ed un make up che ci rendesse unici ed inconfondibili; una volta finita la creazione musicale e costumistica,ci siamo messi alla ricerca di attori attrici giocolieri equilibristi e quant’altro per rappresentare al meglio la storia ai live. Il nome Denimor non ha nessun significato particolare, fu scelto nei primissimi giorni della nascita della band per via della sua musicalità.

Musicalmente parlando, da dove prendete l’ispirazione per il vostro sound? Non siete facilmente relegabili all’ambito rock.
Abbiamo tratto ispirazione da ogni tipo di musica che conosciamo, ma abbiamo attinto a piene mani dalla preziosa fonte delle colonne sonore: maestri come james horner, hans zimmer, danny elfman ci hanno sempre dato grandi emozioni, abbiamo voluto provare a seguire il loro esempio inserendo orchestrazioni classiche nei nostri brani, per avere l’energia del rock e la capacità evocativa degli strumenti classici.
Nei nostri brani ci sono anche influenze più moderne, piccole parti dance, del blues qui e là, insomma, abbiamo cercato di spaziare il più possibile tra i generi. Molti spunti per la composizione li abbiamo trovati nel primo album dei «panic at the disco», grande band americana, che apprezziamo moltissimo.

Importante nei Denimor è l’aspetto teatrale, soprattutto on stage, come si articolano i vostri live-act? Non è facile portare dal vivo un sound così complesso e allo stesso tempo tenere una cura particolare per l’aspetto visivo e scenografico.
Portiamo in scena due tipi di spettacolo al momento, uno incentrato sulla narrazione della storia, con 15 elementi (tra musicisti, illusionisti, ballerine, attori, acrobati), ed un altro più «rock», che proponiamo nei live club, in cui la storia passa in secondo piano per consentire al pubblico una maggiore interazione.
Al momento non possiamo permetterci economicamente di avere con noi un’ orchestra che suoni le parti classiche che abbiamo scritto, quindi le facciamo riprodurre da una base mentre suoniamo i nostri strumenti dal vivo.
Per dare maggiore libertà espressiva e mimica al nostro cantante (mr.D), abbiamo ingaggiato un bravissimo chitarrista, che ci accompagna ormai da un anno ad ogni data. Ogni spettacolo che facciamo segue il suo copione, i collaboratori sanno sempre quando intervenire e cosa fare, niente è lasciato al caso.

Quanto è realmente importante il coinvolgimento del pubblico dal vivo? Oggi che l’industria discografica attraversa un quasi irreversibile processo critico, la strada da seguire per l’affermazione è solo quella delle esibizioni live?
Il coinvolgimento del pubblico dal vivo è fondamentale, lo show è per noi il cardine del progetto; volendo avremmo potuto impegnarci per registrare l’intero album, ma a che pro? Viviamo ormai in un era in cui il cd è morto da un pezzo, e gli album si scaricano gratis (illegalmente, ok..), ed essendo autoprodotti, non ci siamo sentiti di impegnare grandi risorse economiche per avere un prodotto che in ogni caso il fan può gustare molto meglio dal vivo. Un’ idea interessante potrebbe essere quella di registrare un intero live, molto più economica di un mese di studio, e molto più vera, soprattutto. tempo due anni e saranno pochissimi gli artisti che faranno uscire i loro lavori su cd, il successo dipenderà quasi solo dagli show, evviva!

Oggi la parola “originalità” si rincorre nei più disparati campi dell’arte anche se il debito verso epoche precedenti è assai evidente. Cos’è l’originalità per i Denimor? Ha ancora un senso ricercare qualche compiutezza in questo termine?
Essere originali deve essere una conseguenza di ciò che si fa, non l’obiettivo finale, secondo noi non ha senso cercare di fare qualcosa che sia a tutti i costi diverso solo per dire: »almeno non assomiglia a niente che hai sentito». L’originalità sta nell’interpretazione di qualcosa che il più delle volte esiste già, nel dare ad un’arte, ad uno sport, ad un lavoro un tocco personale, che derivi dal proprio vissuto o dal proprio genio.

Almost Fabulous mette in evidenza grandi capacità tecniche di tutti i componenti, ma soprattutto una totale assenza di omogeneità dei suoni, una polivalenza stilistica che è frutto dell’unione delle forze all’interno del gruppo oppure c’è un deus ex-machina tra di voi?
La creazione dei nostri brani è quasi sempre il frutto di un lavoro di squadra, in cui gli spunti iniziali di un singolo vengono sviluppati dal gruppo, e non è raro che il cantante suggerisca parti di batteria, che il bassista scriva le voci, che il batterista inventi un riff di strumenti classici. Insomma, tra di noi siamo molto umili nell’accettare i consigli, e ci riteniamo tutti capaci allo stesso modo, nessuno vuol primeggiare sugli altri.

Dopo Almost Fabulous quale sono i progetti a breve dei Denimor?
La nostra intenzione è quella di suonare dal vivo il più possibile, di portare il nostro progetto in tutta Italia, con una serie di spettacoli prodotti sempre più professionalmente, con l’appoggio di un buon produttore teatrale, con cui collaboriamo da qualche tempo.
Una volta che tutto lo stivale avrà conosciuto questo progetto, scriveremo una nuova storia e prepareremo un nuovo spettacolo, mettendo a frutto l’esperienza maturata in questi anni.

www.myspace.com/denimor

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Articoli correlati