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L’Uomo Che Verrà, di Giorgio Diritti


Scheda

Titolo originale: Id.
Nazione: Italia 2009.
Soggetto: Giorgio Diritti
Sceneggiatura: Giorgio Diritti, Giovanni Galavotti, Tania Pedroni
Regia: Giorgio Diritti.
Genere: Drammatico.
Durata: 117 min.
Interpreti: Claudio Casadio, Maya Sansa, Alba Rohrwacher, Vito, Tom Sommerlatte, Eleonora Mazzoni, Raffaele Zabban, Orfeo Orlando, Diego Pagotto
Produzione: Aranciafilm.
Distribuzione: Mikado
Nelle sale dal: 22 Gennaio 2010.
Voto: 8

Nell’autunno del ’44, in un piccolo paese vicino a Monte Sole, vive Martina una bambina di 8 anni, assieme alla sua famiglia composta dalla nonna e dai genitori. La ragazzina ha perso la parola qualche anno prima quando suo fratello più piccolo è morto pochi giorni dopo essere nato. La vita di Martina e degli abitanti della piccola comunità rurale di Monte Sole sta però per essere scossa dalla ritirata tedesca e dalle lotte partigiane che stanno per avere inizio.

Filtrato attraverso gli occhi della piccola Martina, e dall’evento della nascita del suo nuovo fratellino, cioè l’Uomo che Verrà del titolo, Diritti riesce a confezionare un film che non vuole gettare ombre sulle vicende di Monte Sole. Sulla strage perpetrata dall’esercito Tedesco, una strage capace di commentarsi da sola. Il microcosmo creato vicino Monte San Pietro, poco distante dai luoghi della strage, da Diritti risulta essere un prefetto mix di tradizioni e di riferimenti storici, dove nessuno degli attori presenti svetta su una storia inventata, la piccola Martina e la sua famiglia altro non sono che un tramite per narrare un evento storico di così grande brutalità e portata. Dove tutti gli interpreti, da Maya Sansa sino a Alba Rohrwacher, inaspettatamente abili con il dialetto del luogo, riescono a incastrarsi alla perfezione in un meccanismo ricalcato fedelmente sulle reali vicende dell’Ottobre del’44. Diritti qua alla sua seconda prova da regista riesce quindi a vergare un inno alla vita che non vuole trovare colpevoli o eroi, ma che vuole principalmente essere la narrazione delle genti di quella zona dell’Appennino tanto vicina alla sua Bologna quanto distante in termini anagrafici e dove solamente un orecchio abituato al dialetto di questi luoghi è in grado di dribblare l’uso dei sottotitoli.

Un film da non perdere, una speranza di rinascita e di vita, un obiettivo che un regista affermato come Spike Lee con il suo ”Miracolo a Sant’Anna” (2008) non era riuscito completamente a catturare. Un obiettivo che Giorgio Diritti ha invece saputo focalizzare al primissimo colpo.

a cura di Ciro Andreotti


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