Impatto Sonoro
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SHELLAC – Estragon, Bologna, 8 ottobre 2010

Sono emozionata,è la prima volta che vedo dal vivo gli Shellac ,il gruppo del mitico Steve Albini.
Per chi non conoscesse questo signore è pregato vivamente di ritornare nella cameretta ad ascoltare i gruppetti usa e getta che vanno tanto di moda in questo momento.

Steve Albini,dall’aspetto vagamente nerd,è una delle figure più importanti della scena musicale mondiale sicuramente degli anni ’80-‘90. Oltre che essere il cantante degli Shellac è ben più noto il suo lavoro di produttore per gruppi come Nirvana, Sonic Youth, The Stooges, Mogwai, The Jesus Lizard, Pixies , Jon Spencer Blues Explosion ed molti altri.
Purtroppo il live a Bologna è stato spostato per problemi burocratici dal Locomotiv all’Estragon,noto per avere un’acustica pessima se non la peggiore di tutti i club musicali frequentati nella mia vita.
Per fortuna prendo posto davanti e almeno per questa sera sarò in grado di godermi il concerto anche se sotto la solita cappa fumosa, in barba ai divieti di fumo.

L’apertura del concerto è affidata ai Bellini, gruppo formato  da Agostino Tilotta e Giovanna Cacciola già membri degli storici Uzeda,dal  bassista Matthew Taylor (The Romulani) e il batterista Alexis Fleisig (Girls Against Boys, Soulside).
Band sorprendente che mi ha lasciato a bocca aperta sia per l’energia pazzesca del batterista che per la bellissima voce della cantante, a tratti struggente quando esegue la canzone “The Thin Line”.
Numeroso il pubblico che applaude,accorso da più parti d’Italia per vedere gli Shellac ma che premia i Bellini con l’ascolto e il gradimento.

Sono le 23.00 e finalmente vedo spuntare Steve Albini,Bob Weston e Todd Trainer che montano la loro strumentazione.
Il pubblico composto sia da ragazzini di primo pelo che da over 40 non vede l’ora è impaziente e quando attaccano inizia il pogo.

Suonano pezzi memorabili come “Steady as she goes”, “Crow”, “My Black Ass”, “Prayer to God”, “The End Of Radio”, “A Minute”, “Squirrel Song”, “Boycott”, “Ghosts”.
Suoni perfetti,la chitarra tagliente di Steve,il basso distorto di Weston, il batterista che picchia duro (e che mi ricorda tanto Jack Skeletron), si divertono e ci danno dentro.
E’ un concerto pazzesco, Trainer è sconesso dalla realtà e gronda di sudore,il bassista, chiede al pubblico di fargli delle domande e la sottoscritta si imbarazza e non poco per la marea di cagate che la gente riesce a chiedergli tra cui “cosa ne pensi di Lady Gaga?”, decisamente momento FAIL.
Steve Albini ci offre il suo repertorio di conoscenza della lingua italiana composta esclusivamente da bestemmie e dalla parola spaghetti alla bolognese (qualcuno lo avverte che non esistono?).

Il concerto dura un’ora mezza,le mie orecchie fischiano e fischieranno anche i giorni seguenti,ma ne è valsa la pena.

a cura di Eleonora Verri

Sono emozionata,è la prima volta che vedo dal vivo gli “Shellac” ,il gruppo del mitico Steve Albini.
Per chi non conoscesse questo signore è pregato vivamente di ritornare nella cameretta ad ascoltare i gruppetti usa e getta che vanno tanto di moda in questo momento.
Steve Albini,dall’aspetto vagamente nerd,è una delle figure più importanti della scena musicale mondiale sicuramente degli anni ’80-‘90. Oltre che essere il cantante degli “Shellac” è ben più noto il suo lavoro di produttore per gruppi come Nirvana, Sonic Youth”, The Stooges”, Mogwai, The Jesus Lizard”, “Pixies , Jon Spencer Blues Explosion ed molti altri.
Purtroppo il live a Bologna è stato spostato per problemi burocratici dal Locomotiv all’Estragon,noto per avere un’acustica pessima se non la peggiore di tutti i club musicali frequentati nella mia vita.
Per fortuna prendo posto davanti e almeno per questa sera sarò in grado di godermi il concerto anche se sotto la solita cappa fumosa, in barba ai divieti di fumo.
L’apertura del concerto è affidata al gruppo Bellini formato  da Agostino Tilotta e Giovanna Cacciola già membri degli storici Uzeda,dal  bassista Matthew Taylor (The Romulani) e il batterista Alexis Fleisig (Girls Against Boys, Soulside).
Gruppo sorprendente che mi ha lasciato a bocca aperta sia per l’energia pazzesca del batterista che per la bellissima voce della cantante, a tratti struggente quando esegue la canzone “The Thin Line”.
Numeroso il pubblico che applaude,accorso da più parti d’Italia per vedere gli “Shellac” ma che premia i “Bellini”con l’ascolto e il gradimento.
Sono le 23.00 e finalmente vedo spuntare Steve Albini,Bob Weston e Todd Trainer che montano la loro strumentazione.
Il pubblico composto sia da ragazzini di primo pelo che da over 40 non vede l’ora,è impaziente e quando attaccano inizia il pogo.
Fanno pezzi memorabili come “Steady as she goes”,Crow”, “My Black Ass”, “Prayer to God”,The End Of Radio” “A Minute”, “Squirrel Song”, “Boycott”, “ Ghosts”.
Suoni perfetti,la chitarra tagliente di Steve,il basso distorto di Weston,il batterista che picchia duro( e che mi ricorda tanto Jack Skeletron), si divertono e ci danno dentro.
E’ un concerto pazzesco, Trainer è sconesso dalla realtà e gronda di sudore,il bassista, chiede al pubblico di fargli delle domande e la sottoscritta si imbarazza e non poco per la marea di cagate che la gente riesce a chiedergli tra cui “cosa ne pensi di Lady Gaga?”, decisamente momento FAIL.
Steve Albini ci offre il suo repertorio di conoscenza della lingua italiana composta esclusivamente da bestemmie e dalla parola spaghetti alla bolognese (qualcuno lo avverte che non esistono?).
Il concerto dura un’ora mezza,le mie orecchie fischiano e fischieranno anche i giorni seguenti,ma ne è valsa la pena.

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