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LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA – Data Zero – Teatro Comunale, Ferrara, 11 novembre 2010

La Data Zero. Così è stata battezzata da quelli de La Tempesta la performance di Vasco Brondi al Teatro Comunale di Ferrara. In realtà Data Zero è una rassegna che si tiene a Ferrara da settembre e che vede numerosi artisti presentare proprio nella “città delle biciclette” i loro nuovi dischi. L’undici novembre è toccato al beniamino di casa, Vasco Brondi, forte di un consenso popolare che in tutta Italia riesce ad essere tanto grande da non temere più le grasse urla dei suoi (ex) concittadini che lo ricordano ancora per il piccolo cantautore di città che era.
Il nuovo disco non brilla certo per originalità e per freschezza, ma in questa capatina a teatro tutto ha avuto un altro significato. Una certa timidezza degli astanti ha fatto inizialmente da caloroso contraltare alla pazzia di un paio di ubriachi esaltati che già da un’ora prima del concerto sbandieravano per strada la loro felicità, ma quando Vasco Brondi è uscito allo scoperto il pubblico impaziente si è scaldato e ha iniziato ad interessarsi. Niente cori, dopotutto le canzoni sono nuove, ma un grande senso di attrazione, quasi magnetico, nel sentire questi brani inediti, soprattutto nella veste semiorchestrale che i fiati e le tastiere di Enrico Gabrielli e i violini di Rodrigo d’Erasmo riescono a costruire (in realtà il pezzo che più ne guadagna non è nuovo, ma è la vecchia “Fare i Camerieri”). Il disco nuovo è eseguito interamente, alternato da qualche breve monologo di Vasco Brondi che non nasconde di essere impacciato in queste situazioni più comunicative, salvo poi mollare l’osso e spiaccicare anche qualche battutina come mai gli si era sentito fare (soprattutto in relazione all’ubriacone che balla durante tutto il concerto provocando lo sconcerto della security, la quale a sua volta si è attirata l’odio del pubblico più intelligente che difendeva il poveraccio). A livello di performance si può parlare di un Vasco in forma, forte del periodo di pausa che l’ha visto lontano dai palchi per qualche mese, e con molta voce da donare alle solite parti urlate, in realtà aiutate dall’effetto distorto del suo classico microfono secondario.
Niente da dire quindi a livello tecnico, soprattutto per la notevole ospitata (spiccano tra il pubblico anche Molteni dei TARM e Giorgio Canali) che ha contributo a migliorare anche la resa del concerto. Buona ma sopravvalutata la cover degli Afterhours, “Oceano di Gomma”, che Vasco esegue da solo sul palco all’inizio dell’encore di due pezzi che regala al pubblico alla fine di un concerto durato poco più di un’ora e mezza.

Diciamo la verità, poteva andare peggio. A nessuno fa paura idolatrare un cantautore che si è fatto strada tra i giganti, anche grazie al loro aiuto, ritagliandosi uno spazio che forse gli era anche dovuto. Oggi che pure lui è diventato un gigante a spaventare è più che altro il grande numero di fans che lo seguono, con il rischio dell’effetto “pallone gonfiato” che già si intravede all’orizzonte tra interviste e fatti di cronaca sulle reazioni dell’artista alle critiche su forum e siti vari. Una sola cosa rimane sicura, evidente, palese: lui è cresciuto, e se i testi riescono ancora a comunicare qualcosa forse non è solo per merito dei tempi che gli sono senz’altro d’aiuto, ma anche di una capacità che lui ha dentro e si porta dietro da quando ha iniziato l’avventura come Luci della Centrale Elettrica. A Ferrara ha dimostrato che la superficialità del nuovo disco è in grado di scomparire completamente quando si scontra con il calore del pubblico e delle performance live. Super consigliato, non perdetevi le prossime date.

a cura di Emanuele Brizzante

www.leluci.net


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