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Shutter Island, di Martin Scorsese


Scheda

Titolo originale:Shutter Island
Nazione:U.S.A.
Anno:2009
Genere:Thriller, Drammatico
Durata:138'
Regia: Martin Scorsese
Cast: Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Emily Mortimer, Michelle Williams, Patricia Clarkson, Max von Sydow, Jackie Earle Haley, Elias Koteas, Ted Levine
Produzione:Phoenix Pictures, Paramount Pictures, Hollywood Gang Productions
Distribuzione:Medusa
Data di uscita:05 Marzo 2010 (cinema)

Già dal “pannello” iniziale, che ci avverte che la visione del film è suggerita ad un pubblico di età superiore ai 14 anni, capiamo che non andremo a vedere uno dei soliti thriller trito e ritrito che immancabilmente ci propina, giorno dopo giorno, la pay-per-view più famosa in Italia.

Definizione, quella di thriller, che può solo in parte descrivere il film: nella prima ora e mezza infatti (in tutto si arriva a più di due ore), il genere al quale maggiormente si avvicina è sicuramente l’ horror.

Nelle prime inquadrature vediamo Leonardo Di Caprio (“Teddy” Daniels) intento a vomitare in una squallida cabina di una nave trasporti, diretta non si sa ancora dove. Non ci vorrà di certo un grande intuito per immaginarsi che la meta che il nostro eroe e il suo assistente Chuck (entrambi agenti dell’ FBI ) dovranno raggiungere sia Shutter Island, sede di un manicomio criminale.

Non ci troviamo di fronte al solito filmetto da quattro soldi e questa tesi è suffragata da una componente tutt’ altro che marginale: la colonna sonora. Nella stragrande maggior parte dei thriller/noir/horror di “serie B” quest’ ultima è infatti destinata ad accogliere delle musiche che hanno l’unica funzione di creare un sottofondo sonoro alle varie scene/situazioni.

Qui le cose stanno in un altro modo. Fin dall’ inizio siamo letteralmente bombardati da una marea di suoni inquietanti e ripetuti (come nella migliore tradizione del genere),  che però rivestono un importanza maggiore per lo spettatore, se non altro perché missati in maniera tale da renderli predominanti rispetto ai rumori ambientali e ai dialoghi dei personaggi;  è tuttavia evidente che ci siano moltissime parti dove la musica ritorni ai suoi standard di semplice sottofondo sonoro.

In un film dove davvero, niente è ciò che sembra, dove la realtà ha la stessa importanza della fantasia e la linea che separa follia da “normalità” è davvero molto labile, Teddy riuscirà a ricordare delle verità che si erano perdute quasi irrimediabilmente nel suo subconscio, fino ad arrivare finalmente a capire il “mistero” di Shutter Island.

Bellissima l’ ultima frase che dirà a Chuck nell’ ultima parte del film: “Sai, questo posto mi fa pensare: cosa sarebbe peggio? Vivere da mostro o morire da uomo per bene? “

a cura di Fabio Carniani



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