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Interviste

Intervista ai SATANISMO CALIBRO 9

Satanismo Calibro 9 è un progetto italiano dedito ad un malsano, originale e pulsante incrocio di ambient, industrial, e black metal. Non è un classico esempio di metal camuffato ma una ricerca musicale che vede nel noise e nel rumorismo un’idea creativa personale e di attitudine da portare avanti con un’estetica totalizzante.
Abbiamo fatto quattro chiacchere con loro.

A cura di Michele Guerrini.

Parliamo, tanto per rompere il ghiaccio, della vostra band. Di come si sia evoluta da un solo project per arrivare poi ad una formazione musicale più complessa.
Iniziai a suonare da ragazzino, quando le fanzine erano ancora in cartaceo, si comunicava per lettera e i flyer facevano il giro del pianeta. Suonavo death, grind, black. Band grezzissime, che si scioglievano ogni 2 mesi. Dai 15 anni in avanti iniziai a sperimentare per i fatti miei con le onde radio: ascoltavo già anche noise, ambient, industrial, power-electronics. Preferivo lavorare da solo perché in questo modo evitavo i soliti ridicoli protagonismi che inesorabilmente affossano le band. Le prime cassettine demo le feci intorno al ’96. Lavorai ininterrottamente da solo fino al 2003, con alcuni buoni riscontri. Poi nacque una band con Ciano e Gnosis (membri anche di SC9): ci chiamavamo PK9, facevamo un industrial grezzo e senza fronzoli. Dopo un paio d’anni, un demo e alcuni live interessanti ci dividemmo. Poi un giorno vicino a Natale 2005, mentre stavo registrando alcune cose con Trevor (NG, Camerata Mediolanense) mi venne in mente il nome Satanismo Calibro 9. Ripresi da dove avevamo lasciato con PK9, feci registrare alcune parti di voce a Trevor, e iniziai a diffondere i primi brani. Piacquero subito e così in breve tempo registrai “Satana Mi Ingravida”, il primo cd prodotto dalla Open Wound di Trev Ward. Non era male, ma a posteriori direi proprio che era troppo grezzo. Da lì in avanti iniziai a coinvolgere alcune persone dando loro compiti specifici. Il sound ovviamente si è arricchito sempre di più. Arriviamo ad oggi con una line-up stabile, la migliore che potessi pensare. Siamo io, Gnosis, Ciano, il Colonnello e Dahmer. Siamo amici da 15 anni, abbiamo sempre ascoltato e suonato generi estremi. Coinvolgiamo ancora alcune persone per scopi precisi, rendendo comunque sempre chiaro che un conto sono i membri del gruppo e un conto i collaboratori esterni.

Il motivo estetico e il fine artistico sono sempre stati coerenti fin dall’inizio o come si sono evoluti nel corso della vostra produzione artistica?
Si, sono sempre rimasti stabili e coerenti. Satanismo Calibro 9 nasce con il preciso scopo di illustrare e foraggiare la realtà, fatta di miseria, cadaveri ambulanti, decadenza spirituale e materiale. Il vero motivo ricorrente del nostro tempo è la cronaca nera, la più becera. È ciò che la gente vive quotidianamente. Per esempio, fra la congiuntura economica internazionale e il vicino di casa che uccide il neonato per liberarlo dai demoni, ciò che ci tocca di più è questo secondo tipo di evento, sempre più diffuso. È su questo genere di notizie che poniamo l’attenzione, perché Satanismo Calibro 9 fa da megafono, da colonna sonora alla miseria reale, quella che si nutre di ignoranza, pressapochismo e superstizione. C’è chi ha fatto notare recentemente che le nostre produzioni sono sempre più intrise di significati e simbologie esoteriche, come se fosse una contraddizione rispetto a ciò che ho appena descritto. Invece non è vero: all’ignoranza delle azioni di cui leggiamo nella cronaca si accompagna sempre di più un certo tipo di sottocultura che anni fa invece era molto elitaria. Quando io ero un ragazzino, per esempio, difficilmente i miei coetanei conoscevano determinate opere esoteriche. Oggi invece questi argomenti sono più diffusi – benché il livello culturale sia sempre particolarmente basso ed avvilente – e noi possiamo così intensificare i riferimenti esoterici perché risultano più comprensibili rispetto ad alcuni anni fa. Dubito che le ragazzine che su facebook postano sigilli salomonici di ogni genere e sorta sappiano davvero di cosa si tratti, ma almeno sanno da dove vengono. I riferimenti diventano più conosciuti e, anche se per noi fanno parte della nostra formazione e non sono una novità recente, finalmente possiamo utilizzarli con la consapevolezza che è più probabile che qualcuno capisca di cosa stiamo parlando.

Drone, industrial, black ambient, distorsione e tuniche nere in un freddo rituale, come nasce una vostra composizione?
Dipende. Non abbiamo un metodo fisso e prestabilito. Possiamo partire da un testo, da un titolo, da un particolare campione o da una improvvisazione. Mi occupo di Satanismo Calibro 9 per 24 ore al giorno: anche quando sono al lavoro mi succede di avere un’idea e di stendere degli appunti. Ciò vale per tutti i membri della band. Materialmente poi, accumuliamo strati sonori su strati sonori, fermandoci solo quando reputiamo soddisfacente e completo il brano.
La prevalenza di strumentazione hardware rispetto al software aiuta ovviamente il processo creativo. Inoltre la fisicita’ dei controlli permette di ricreare situazioni in cui il sound design diventa quasi scrittura automatica e trance. Non sempre il processo e’ piacevole.

Quali sono le immagini, gli artisti (non legati al mondo musicale), quadri, film che vi hanno influenzato come musicisti e band?
Domanda impegnativa. La Pietà di Rosso Fiorentino mi ha sempre affascinato: le carni livide, i contrasti importanti e drammatici, la decisione nella sofferenza. Bosch, Beksinski, Kittelsen e Caravaggio hanno sempre stimolato fortemente la mia immaginazione. Bunuel ha avuto un ruolo fondamentale, così come Maya Deren e K.Anger, Pupi Avati e l’horror italiano anni ’70 in generale. Per quanto riguarda la letteratura direi che sono stati – e sono ancora oggi – determinanti per me gli scritti di Frazer, Guenon, Bataille, Dumezil, Eliade, la Blavatsky, ma anche alcune opere come Il Mago di W.S.Maugham, La-Bas di Huysmans, tutto Scerbanenco, il Satyricon di Petronio… non saprei davvero darti però un elenco organico e sensato: spendo praticamente tutti i miei soldi e buona parte finisce in film e libri. Troppa carne al fuoco.

Perché avete scelto di seguire la strada delle edizioni super limitate? prendo semplicemente l’esempio del disco del 2009 Supernova, limitato a sole 166 copie.
In primis, non ha senso prevedere una tiratura di massa per una musica che non è (e non vuole) essere di massa, nè sonicamente nè attitudinalmente. In secondo luogo, l’escamotage delle edizioni limitate a numerazioni precise ci permette di intessere sequenze numerologiche che hanno una valenza simbolica da non sottovalutare, strettamente legata al significato iniziatico del concept della band

Come vi trovate a livello di direzione artistica e di rapporto con le band con la Old Europa Cafè?
Rodolfo è una persona competente ed esperta, e non ha certo peli sulla lingua. Io sono piuttosto sanguigno. Credo di poter dire che c’è un rapporto di amicizia e in virtù di questo spesso ci mandiamo a quel : a volte mi piacerebbe tirargli una sedia, ma ci sono di mezzo troppi chilometri per riuscire a colpirlo. Ci lascia libertà e spazio di manovra e questo va bene. Per il resto, io ho gusti piuttosto difficili, e in particolare quella specie di neo-folk-noir-cabaret-gangsta-burlesque che va tanto ultimamente mi fa venire l’orticaria. Quindi non ti dirò che tutto quello che pubblica OEC mi piace. Ma non pubblica certo solo quello: guardate cosa ha prodotto da quando esiste, ha uno dei migliori cataloghi al mondo. Oltretutto dobbiamo sicuramente ringraziare Rodolfo perché prima di Supernova avevamo avuto problemi piuttosto seri con una etichetta rip-off americana, tale AEB, ed è stato proprio lui a propormi in quel momento difficile di pubblicare con OEC dato che aveva in distribuzione il nostro primo cd e gli era piaciuto.

Avete partecipato al Congresso Post Industriale, evento\festival organizzato dall’Old Europa Cafè, potete descriverci come l’avete vissuto, cosa avete portato on stage e che cosa vi è rimasto impresso di questa esperienza?
Premetto che noi non suoniamo molto dal vivo. Preferiamo fare un concerto ogni due anni, ma con un senso e un contesto adeguato. Disprezzo cordialmente quegli “eventi” incomprensibili, che vogliono passare per elitari e ad alto contenuto artistico, con luogo improvvisato e comunicato all’ultimo, 10 spettatori se va bene e una valanga di retorica… Anche perché poi se quando suoni in un contesto più grande e pubblicizzato ci sono lo stesso 10 persone a vederti è dura venderla come arte estrema per pochi… Molta scena e pochi contenuti, oltretutto di scarso livello. D’altra parte i maneggioni che invece di suonare fanno pubbliche relazioni 24 ore su 24 e si vendono per ciò che non sono li trovi ovunque. Sono un cancro. Ma fa niente.
Premesso questo, il Congresso è stato veramente splendido. Devo dire di essere stato molto soddisfatto come fan: Brighter Death Now ha fatto vedere a tutti cosa significhi essere estremi ma professionali, provocatori ma perfetti, violenti con un senso… Un progetto storico che è diventato ed è tale per meriti indiscutibili. Anche Con-Dom e Beyond Sensory Experience mi sono piaciuti. Forse questi ultimi sono stati un po’ statici, ma il loro genere è così.
La giornata non era iniziata benissimo perché c’erano stati imprevisti con i voli dalla Svezia e dall’Inghilterra, ma Max del Siddharta (l’organizzatore) conosce il proprio lavoro e tutto si è risolto per il meglio. Oltretutto è un ottimo musicista: ci siamo trovati subito bene e infatti sulle nostre due ultime uscite collabora anche lui.
Per quanto riguarda SC9, abbiamo avuto dei grandi riscontri: molta gente a vederci, commenti più che positivi. Da più parti ho sentito dire “Brighter Death Now e SC9 sono stati i migliori”: un po’ eccessivo a mio parere, ma non sarò certo io a rifiutare commenti simili. Personalmente siamo stati tutti molto soddisfatti di ciò che abbiamo fatto. Avendo 25 minuti a disposizione, abbiamo creato una trama unica senza pause utilizzando alcuni campioni già noti e creandone altri ad hoc. Il risultato è stato ottimo. Tutto era bilanciato per non annoiare e ci siamo riusciti, pare.
Karmanik e Peter (Deutsch Nepal) mi hanno impressionato per simpatia e disponibilità. Sono anche rimasto stupefatto per la presenza di un membro di un gruppo black che dalla Norvegia è venuto a Prato, ha visto il nostro live, poi è passato nel backstage dicendo “Sono venuto per vedere voi, mi siete piaciuti tantissimo. Adesso me ne vado, ma prima mi vendi quello che hai? Cd, maglietta, quello che c’è”. Stupore da parte mia. Totale. E da parte sua grande umiltà e semplicità. Qualità del tutto ignote a molte altre persone. Non gli ho venduto nulla, tutto regalato.

Parliamo di Misery is a shemale lover. Ho letto che questo tape rappresenta la vostra volontà di lavorare e registrare alla vecchia maniera. Come ci avete lavorato sopra e con quali obiettivi?
Innanzitutto uno dei due lati è occupato da una registrazione in presa diretta di ciò che abbiamo suonato live al Congresso. È ovviamente una registrazione molto ruvida, secondo me rende appieno ciò che abbiamo proposto in quel contesto.
L’altro lato è occupato da materiale secondo me molto ispirato, a tratti piuttosto violento. L’ho riascoltato da poco e l’ho trovato sulfureo e morboso: esattamente ciò che avevamo in mente di fare.
La componente analogica è sempre stata molto importante per noi, ma per “Misery” abbiamo raggiunto il nostro obiettivo e utilizzato solo materiale analogico. Ovviamente ad un certo punto le tracce finali vanno riversate in digitale, ma le tracce vengono create utilizzando un multitraccia Fostex a nastro. Nello stesso modo abbiamo lavorato per i lavori successivi. Su “Orgasmurder” abbiamo elencato tutta la strumentazione utilizzata.

Riguardo invece “White Sea of Gods’ Sperm”, vostra ultima produzione, sempre su musicassetta, quali sono i percorsi che avete voluto sviluppare, sopratutto nell’approccio psichedelico che avete scelto?
Mentre “Misery” può essere visto come una registrazione impulsiva, “White Sea” è più meditato. Ci sono alcune soluzioni nei campionamenti e nel mixaggio che abbiamo sviluppato in ottica futura. Come sempre ci sono state diverse collaborazioni, alcune che avranno seguito e altre no.
Dal punto di vista concettuale abbiamo dato ampio spazio alle tematiche della Process Church of the Final Judgement, operando un sincretismo con altri sistemi precedenti e successivi che secondo noi avevano una sorta di continuità logica. L’approccio psichedelico è diventato preponderante, in modo spontaneo. Certo non abbiamo opposto resistenza. Ho come l’impressione che potrebbero esserci grosse novità in futuro. Vedremo. “White Sea” è l’ideale apripista di “Orgasmurder” e sono sicuro che siano i nostri migliori lavori fino ad ora.

Quali sono le vostre proiezioni per il futuro, collaborazioni, nuove sperimentazioni..??
Il cd “Orgasmurder” è andato in stampa pochi giorni fa. Abbiamo finito le registrazioni a novembre, abbiamo fatto il mastering il 2 di gennaio, poi abbiamo registrato un brano per una compilation che uscirà in primavera. Al momento siamo fermi a tirare il fiato. Stiamo facendo alcune considerazioni utili per il futuro. La line-up è a posto, e stiamo valutando alcune collaborazioni che ci permetterebbero di ampliare ancora di più la nostra proposta. Se dovessimo trovare la soluzione giusta, credo che ci troveremmo con non poche novità. Vedremo.
Nel frattempo stiamo anche approfondendo il discorso EVP: abbiamo in programma diverse trasferte per effettuare delle registrazioni. Le prime due ci hanno fornito del materiale utilizzato su “Orgasmurder”.
Da poco abbiamo anche finito di registrare alcune parti per un noto gruppo black: a breve sentiremo il risultato su cd.

www.myspace.com/satanismocalibro9

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=SVCAkqSV4To[/youtube]

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