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Beady Eye – Different Gear, Still Speeding

2011 - Sony
brit/pop/rock

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Tracklist

1.Four letter word
2.Millionaire
3.The roller
4.Beatles and Stones
5.Wind up dream
6.Bring the light
7.For anyone
8.Kill for a dream
9.Standing on the edge of noise
10.Wigwam
11.Three ring circus
12.The beat goes on 13.The morning son

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La vita dopo gli Oasis sono gli Oasis 2.0. Una noia mortale e una totale mancanza di qualsiasi ispirazione e capacità compositiva ad un livello più o meno decente.

L’abbandono da parte del fratello Gallagher più talentuoso, Noel, negli ultimi giorni di agosto del 2010 ha fatto si che si accendesse la sirena di allarme per il gruppo brit-pop più in voga nella seconda metà degli anni ’90. I caratteri dei due fratelli, incontrollabili e di difficile comprensione hanno prodotto alla fine quello che nessuno avrebbe voluto; lo scioglimento degli Oasis e la nascita di qualcosa di ancor più ignominioso rispetto agli ultimi anni di carriera della band di Manchester. Il qui presente lavoro altro non è che una scolastica prova di persone spaventate dal futuro che, nell’immediatezza dello scioglimento, hanno reagito com e il più stupido dei topi in gabbia e guardandosi reciprocamente, dall’alto di una condivisa preoccupazione per le loro sorti, hanno pensato bene di fare un disco. Attenzione! Non un disco qualunque, ma una stracopiazzata e ridicola riproposizione di tutto quello che sono stati gli Oasis, da ennesimo “recombo” beatlesiano a farsesca nenia caricaturale, si sono ritrovati per celebrare un fenomeno che ormai è come un topolino terrorizzato che scappa da un elefante. Se si può facilmente indovinare quanto la noia abbia inciso sulla decisione di Noel di abbandonare la band è altrettanto facile immaginare le tonalità di questo lavoro e ancor più facile sarà immaginare ed indovinare quanto i Beady Eye influenzeranno il rock contemporaneo e quanto i tredici brani di questo Different gear, still speeding rimarranno in auge nei nostri Ipod, Ipad e nelle nostre librerie di Itunes. Eppure non va tut to in questa direzione, non tutto va preso per maniacale coesistenza con un mito ormai morto e defunto, anzi, l’apertura di Four letter word e del successivo stomp di Millionaire sono abbastanza ben fatti, quasi da far gridare al miracolo in una situazione del genere. Ma la fine, il baratro, è giusto a portata di orecchio e nell’evolversi del lavoro non si può non notare il ripetitivo utilizzo del brand che ha reso famoso il gruppo di Manchester soprattutto in quei pezzi che saranno poi le teste d’ariete per sfondare il mercato come singoli, The roller e Bring the light che, tuttavia, conserva una ritmica interessante che più che sorprendere l’ascoltatore lo sveglia dal torpore di brani come Beatles and Stones (ennesima appropriazione di un paragone più che inappropriato) e Wind up dream.

La trafelata e faticosa chiusura di The morning son, anche se con veemenza, non da nessuna nuova prova d’appello; a distanza di anni, l’appassionante sfida del brit-pop, che vedeva gli Oasis fronteggiarsi con i meno quotati e più “indie” Blur può tranquillamente dirsi vinta da questi ultimi, che a differenza dei fratelli Gallagher, pur con tutte le attenuanti del caso, hanno saputo ricreare e modellare quello che il tempo non può rendere statico e ridondante e che è stato prima la tomba della band di Manchester e adesso quella dei Beady eye, un gruppo nato morto.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=HfdYY1Iundo[/youtube]

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