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Butcher Mind Collapse – Night Dress

2011 - Bloody Sound Fucktory
post/blues/punk/noise

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Tracklist

1. The Forgetter
2. Complicity
3. Night Dress
4. The Loss
5. Flameless Hell
6. Guilty
7. Killing a Fly With A Sword
8. Coming Times
9. Spiderwebs

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Vengono tutti da esperienze importanti, i Butcher Mind Collapse: gruppi come Guinea Pig, Edible Woman, Gerda, Jesus Franco & The Drogas, nel loro piccolo, hanno contribuito a far fermentare e sviluppare l’underground italiano, uscito prepotentemente (e finalmente) fuori da un paio di anni a questa parte.

Per i BMC è tempo di esordio lungo, dopo il mini del 2008 (“Sick Sex And Meat Disasters In A Wasted Psychic Land”) che li aveva messi bene in luce.

Venendo al disco: parliamo di blues, ma di un blues dall’approccio ambiziosamente “arty”, innovativo, avanguardistico ma senza risultare stucchevole, anzi dall’impatto fortemente comunicativo. Insomma, il blues come lo intende Tom Waits, per essere più chiari.

Su questa base la band esercita poi un’operazione estremamente affascinante ed ardita (ed inusuale, dalle nostre parti); iniettare dosi costanti e progressive di noise, sperimentalismi industrial, psicopatie mutuate dal free jazz (grazie all’uso sapiente del sax di Nicola Amici), attacchi epilettici e furiosi dove appare ben chiara la matrice punk.

Un’ulteriore chiave di lettura del disco è il senso di minaccia che permea l’intero lavoro, e che non ti lascia mai nemmeno per un attimo, facendo pensare quasi ad un “concept” rappresentante gli inferni privati di ognuno di noi.

Così si parte subito in quarta con le devastanti “The Forgetter” e “Complicity”, per poi cadere nell’incubo a tinte scurissime che è “Night Dress”, in cui l’espressività vocale di Jonathan Iencinella raggiunge il suo acme. Si attraversa il buco nero di “The Loss” (colonna sonora malatissima, escrescenze noise messe a macerare nell’acido lisergico) per affrontare ancora diverse sfuriate in pieno stile Amphetamine Reptile (Guilty”, “Coming Times”), sino ad arrivare, esausti, a “Spiderwebs”: 7 minuti di apocalisse Waitsiana, monolite nero squarciato da bordate di synth da fine del mondo.

Ah, produce (e suona in alcuni brani) l’oramai onnipresente Giulio “Ragno” Favero.
Che fate ancora lì? Correte a procurarvi sto disco.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=sBu5Jl8_2_E[/youtube]

 

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