I Minio Indelebile sono artefici di una musica che riapre i ricordi musicali di una generazione intera, cresciuta senza saltare alcuna delle tappe che, partendo dal grunge, passando per il rock italiani anni ’90, è arrivata al crossover ed è affogata nella deriva pseduo-nu-metal senz’anima dei giorni nostri.
E fa un po’ specie pensare che nel 2011 ci sia ancora spazio per quello che è, in fin dei conti, un onesto e sincero tributo ai primi anni ’90, quando non un vero e proprio revival.
Certo è che i Minio Indelebile, da Brescia, sono attivi proprio dai primi anni ’90, li hanno vissuti intensamente, con radicale coinvolgimento e con imprescindibile passione.
Questo loro disco omonimo vuole forse essere una rievocazione del passato, ma anche un manifesto di coerenza e passione, un voler far capire che il tempo passa ma le coscienze non invecchiano.
In perfetto stile nineties, tra echi di Nirvana, Soundgarden, Pearl Jam, ma anche Rage Against The Machine, Korn e Jane Addiction’s, i Minio Indelebile ci regalano un acido spaccato politico-sociale che, vuoi per qualche aforisma di troppo o per una certa dose di qualunquismo più o meno controcorrente, suonerebbe bene per ogni generazione, ma nella nostra, ahinoi, calza terribilmente a pennello.
Seppur in ritardo di quindici anni buoni sull’evoluzione generale del panorama musicale, sarebbe sbagliato parlare dei Minio Indelebile come della classica clonazione fuori tempo massimo di un genere trito e ritrito, magari un po’ messo in disparte negli ultimi anni, ma comunque indimenticabile. I Minio Indelebile sono il genere che suonano, lo incarnano in tutto e per tutto, nei passaggi di chitarra orecchiabili e pesanti al tempo stesso, nella batteria precisa e mitragliante, nelle parole forti di “Giustizia”, “Prigione”, “Fottuta Politica” e “Videoverità”, a volte un po’ semplicistiche e ingenue, certo, ma comunque sempre incisive, veritiere e interessanti.
“Questo è suono e attitudine a torso nudo”, c’è scritto nel retro della copertina. E a noi piace davvero. Resta da capire se questo disco sarà un fenomeno nostalgico estemporaneo, una festa privata o il secondo punto di partenza per ricominciare da capo senza scordare mai il passato.
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