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The Twilight Singers – Dynamite Steps

2011 - Sub Pop
rock/grunge/alternative

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Tracklist

1.Last night in town
2.Be invited
3.Waves
4.Get lucky
5.On the corner
6.Gunshots
7.She was stolen
8.Blackbird and the fox
9.Never seen no devil
10.The beginning of the end
11.Dynamite steps

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I cantori del crepuscolo, nome affascinate e ricco di atmosfera, per il progetto musicale di Greg Dulli, divenuto sua occupazione principale dal 2001, cioè dopo i lustri e i successi trascorsi con i grandi Afghan Whigs. L’impronta genuinamente alternative-rock del gruppo originario c’e ancora tutta, come del resto anche nelle altre uscite dei Singers, ma in occasione del nuovo Dynamite Steps (già quinto album) il sound si tinge di un più spiccato sentore notturno, come di elettricità statica nell’aria umida di città, impressioni cinematografiche che sono istantanee di vita, raccontate come sempre dalla voce di Dulli, imperfetta e quasi incerta, come sopraffatta dalle emozioni, ma proprio per questo ancor più vera.

L’album è ricco di ottime composizioni, dotate di melodie non banali e facilmente memorizzabili, che, pur utilizzando strutture ed elementi semplici, suscitano impressioni e sensazioni profonde, e comunque sensibilmente più efficaci del precedente album, Powder burns (2006).
Dynamite Steps inizia subito nel migliore dei modi, con l’umbratile e nervosa Last Night in Town, che costruisce una tensione poi risolta dalle melodie di Be Invited, prima perla del disco, in cui compare un amico di lunga data, l’albero urlante Mark Lanegan, già al lavoro con Dulli nel progetto The Gutter Twins (da ascoltare il loro debutto, Saturnalia, edito sempre da Sub Pop nel 2008).
Waves riporta le coordinate sul rock più aggressivo, mentre Get Lucky è una sensuale ballata per gente dalla vita difficile. Il primo singolo/video, On the corner, si fa notare per le buone melodie vocali dark rock, e fa il paio con l’altrettanto bella Gunshots, triste e malinconico inno al senso di perdita.
Altro brano di notevole caratura la concisa Blackbird and the Fox, sorretta da evocative linee di chitarra. Le restanti canzoni introducono alla coda dell’album, e progressivamente rallentano il passo, costruendo un’atmosfera languida e introspettiva, che culmina nella lunga title-track.
C’è molto delle sensibilità personale di Greg Dulli, in questo lavoro, e verosimilmente anche molto del suo vissuto, tradotto in esiti artistici come sempre di elevato spessore, accentuati tra l’altro dalla nutrita lista di ospiti illustri, oltre a Lanegan troviamo Nick McCabe dei Verve, Ani DiFranco, Joseph Arthur, Petra Haden, e Carina Round.

Un album che si candida a buon diritto fra le cose più interessanti dell’anno da poco iniziato, e che si aggiunge a una carriera discografica mai graziata da un vasto successo commerciale, ma sempre capace di regalare ai propri fan opere in grado di esercitare un potere immaginifico, narrativo ed emozionale non comuni.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=IWoe6S0LMLQ[/youtube]

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