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Joycut – Ghost Trees Where To Disappear

2011 - PillowCase Records
rock/alternative/wave

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Tracklist

1.1oPence
2.CleanPlanet
3.GardenGrey
4.TTG
5.L@M_H
6.Deus
7.GTRC
8.TheFall
9.Apple
10.Liquid
11.L@M_S
12.FakeModesty
13.W4U

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La musica è una questione di stomaco e poco importa se alle volte ci vogliono anni, sudore, delusioni, vittorie e quant’altro per arrivare al nocciolo della questione. E sacrifici, costanza, forza di volontà, e qualcosa da dire per davvero.

“Ghost Trees Where To Disappear” è la festa per una decade di musica, quella dei Joycut, vicina sì a idoli inenarrabili come Joy Division, Slowdive e Cure, ma lontana quanto basta da una vuota imitazione degli stessi, chiave per un successo tanto assicurato quanto superfluo e dimenticabile. Non è questo che cercano e hanno cercato i Joycut, ad oggi una delle realtà più promettenti e convincenti del panorama italiano, sicuramente tra le poche a inspirare con ardore tanto fiato internazionale. I Joycut vedono la musica come dovrebbe essere vista, come un mezzo di comunicazione importante quando non fondamentale, un canale sicuro per messaggi vivi e coscienti, uno strumento per svegliare, scuotere e ispirare. Ci avevano mostrato la terra dagli occhi di un piccolo alieno spaesato e incupito da tante magnificenze e tanti orrori tipicamente umani, ci portano oggi in un viaggio immaginifico, tanto bello quanto necessario, tra alberi più o meno fantasmi, un ambiente da ammirare, curare e salvare, per capire finalmente noi stessi.
Prodotto da Jason Howes (Bloc Party, Arctic Monkeys, Lily Allen..), registrato a Londra presso The Premises (primo studio di registrazione al mondo alimentato interamente da pannelli fotovoltaici), “Ghost Trees Where To Disappear” segna il raggiungimento di vette elevatissime nell’ideazione di un’architettura sonora tanto stabile quanto dinamica, capace di poggiare saldamente su quei riferimenti che i Joycut non hanno mai cercato di nascondere, ma allo stesso tempo di stupire creando spazi siderali e vertigini multi-forma che sono il panorama perfetto per sostenere con sorprendente intensità la ricerca estetica e morale che si snoda con puntualità e lucidità lungo le 13 tracce del lavoro.
“Ghost Trees Where To Disappear” è sì una ben confezionata dichiarazione d’amore per quella scena wave degli anni ’80 a cui molta della musica degli anni Zero è più che debitrice, ma è anche un passo ulteriore e probabilmente definitivo nella creazione di un linguaggio personale e originale, fatto di atmosfere opprimenti à la Cure (“Green Garden”), malinconie dissonanti e oniriche in stile Slowdive (“Clean Planet”), cavalcate quasi post-rock (“TTG”), cupe introspezioni (“Deus”) e potenziali bombe corali quasi Arcade Fire (“The Fall”).

Ci sono voluti dieci anni, dieci anni per capirsi alla perfezione, per mescolare, rimescolare e fare propri i più svariati elementi, dieci anni per raccontare e raccontarsi con una lucidità e un’intensità fuori dal comune, dieci anni per un disco che suona definitivamente grande.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=X80p8A6omG4[/youtube]

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