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Explosions In The Sky – Take Care, Take Care, Take Care

2011 - Temporary Residence Limited
post/rock

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Tracklist

1. Last Known Surroundings
2. Human Qualities
3. Trembling Hands
4. Be Comfortable, Creature
5. Postcard From 1952
6. Let Me Back In

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Mettiamo subito in chiaro una cosa: siamo nel 2011 e considerare ancora il post rock come una fonte di innovazione musicale è da pazzi. Poche band (ad esempio This Will Destroy You, Port Royal) sono ancora in grado di interpretare con un certo rigore stilistisco certe sonorità, che pochi anni addietro erano tanto in auge, grazie alle produzioni dei Mogwai, mentre oggi, per la stragrande maggioranza, sono diventate bersaglio di critiche di manierismo e ripetitività.

Queste considerazioni non risparmiano neanche gli Explosions In The Sky, che dopo oltre un decennio di onorata carriera, tornano sulle scene con questo nuovo lavoro, il quinto per la precisione, dopo un intervallo di ben quattro anni rispetto al lavoro precedente. “Take Care, Take Care, Take Care”, sei pezzi per 50 minuti, curatissimi nella composizione e nell’esecuzione. Tuttavia c’è un “ma”. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un’opera, da collocare lungo quella linea di continuità percorsa dalla band texana da oltre un decennio: cavalcate strumentali, melodie epiche, digressioni noise, brani pieni di pause e rallentamenti. Gli accordi tanto semplici quanto penetranti, culminano in quei disarmanti arpeggi (“Last Known Surroundings”, “Human Qualities”), che sono il marchio di fabbrica della band.
Eppure, andando a curiosare tra le pieghe delle sei tracce dell’album, certi dettagli ci regalano alcune  sfumature inedite. La breve “Trembling Hands” accosta gli asciutti fraseggi chitarristici a voci eteree e lontane, così come “Let Me Back In”, che allo stesso tempo accentua la discontinuità col passato, svilluppandosi attraverso tonalità più acide e riflessive. Gli Explosions In The Sky stavolta prediligono armonie dal sapore descrittivo, piuttosto che forzare la mano sulle roboanti esplosioni, che comunque, nel corso dell’album non sono del tutto assenti (“Postcard From 1952”).

Nel complesso, tali elementi non bastano a fare di questo disco un punto di svolta dell’intero genere. Fosse stato questo il seguito di “The Earth Is Not A Cold Dead Place”, il loro miglior lavoro, datato 2003, non staremmo qui a farci infinite seghe mentali sullo stato di salute del post rock mondiale. Gli Explosions In The Sky nel frattempo se ne fregano delle diatribe, andando per la loro strada con una certezza: il post rock non morirà mai.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=SqChTn4PNuA[/youtube]

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