Giusto una ventina di minuti di musica, quelli contenuti in Street Halo, EP col quale i Burial di William Bevan fanno riascoltare il loro ormai classico dubstep. Musica morbida e languida, che scorre placida lungo un continuum emotivo fatto di esili strutture ritmiche e fascinazioni esotiche in chiave melodica.
Burial è un progetto dalla natura notturna e meditativa, che riesce a unire suggestioni house, soul, drum’n’bass e anche qualche accenno drone. Si avverte la piacevole staticità di un mare calmo, all’ascolto dei brani di William Bevan, che conferma dunque le sue doti taumaturgiche applicate alla musica di derivazione electro, come già per altro avvenuto sui precedenti “Burial” (2006) e “Untrue” (2007).
E quindi spazio al relativo classicismo dell’opener NYC, liquido echeggiare di frammenti microhouse (un po’ Four Tet), il mood più cupo, arpeggiato e onirico che impregna Stolen Dog, e il dinamismo meccanico, solitario e profondo della conclusiva title-track, forse il pezzo migliore e più significativo del lotto.
Sebbene molto limitato come durata, Street Halo è un lavoro che funziona, e lascia l’ascoltatore con la voglia di ascoltare qualcosa in più, dopo aver già gustato e consumato gli album precedenti, e le interessanti collaborazioni con Thom Yorke e il già citato Four Tet (sul recente Ego/Mirror e Moth/Wolf Club di qualche anno fa).
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=spNJX7e0z4E[/youtube]