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Interviste

Intervista doppia: PSYCHE + NO MORE

PSYCHE si formano nel 1982 e sono la band canadese più famosa nel genere Dark/Synthpop. Una leggenda della musica elettronica. Dal freddo harsh industriale, attraverso il synthpop, minimal, dark wave e oltre.

NO MORE, la band tedesca di Kiel, che nel 1981 lanciò Suicide Commando, hit underground a livello internazionale a prescindere dai generi e dalle scene.

Grandi band che hanno segnato la musica elettronica del loro tempo. Due icone della cultura wave europea e non.

Ecco due chiacchere con loro.

a cura di Michele Guerrini

Si ringrazia l’ass. Wardance per aver organizzato l’intervista e sopratutto il concerto di queste due grandi band!

PSYCHE

Michele: Prima di tutto grazie per il vostro tempo! è un grande piacere potervi intervistare come va?
Darrin: Bene, ci stiamo divertendo viaggiando e suonando!
M: Partiamo subito con qualche introduzione necessaria, come vi definite in quanto esseri umani e artisti?
D: Wow, si parte pesi! Io credo nell’individualità, nell’essere originali e sapersi godere le sorprese che ci prospetta la vita.
M: Qualcuno ha detto, non mi ricordo bene chi, che la musica elettronica degli anni ’80 dovrebbe essere considerata come una nuova forma di musica folk, in altre parole la musica elettronica è l’evoluzione moderna e contemporanea della musica folk, che ne pensi riguardo a questo?
D: É un’idea interessante sinceramente. Penso che sia parzialmente vera in quanto inizialmente la musica aveva un messaggio che traeva spunto dalla situazione sociale del suo periodo. Questo anche nella prospettiva che essa fosse, venisse considerata, la musica del futuro; adesso siamo già nel futuro, e uno può guardarsi indietro e sentire, capire che i gruppi elettronici degli anni ’80 erano davanti a tutti, in comparazione con ciò che sentiamo oggi.
M: Voi venite dal Canada ma la vostra musica è molto vicina al gusto europeo della wave, e della musica electro, come sono stati i vostri rapporti con le audience europee e americane e i loro rispettivi contesti musicali?
D: Le nostre influenze sono principalmente derivanti dall’Inghilterra e Germania, in questa maniera ci hanno sempre considerato abbastanza strani nel contesto Nord Americano in quanto non c’era molta gente nel nostro paese che suonasse musica come la nostra. La fusione di horror, elettronica, sperimentazione con il cantato pop era impensabile e mai fatto all’epoca. Quando abbiamo firmato per la New Rose Records di Parigi abbandonando il Canada avevamo appena fatto uscire il nostro disco di debutto Insomnia Theatre. Sapevamo già che il nostro mercato era l’Europa, Ironicamente non tanto l’Inghilterra ma sopratutto Germania, Francia, Italia, Belgio e Svezia.
M: Venite dal Canada, ma la vostra musica è molto vicina a sonorità europee, wave ed electro. Com’è il vostro rapporto con il pubblico europeo e americano e i loro contesti musicali?
D: Le nostre influenze provengono principalmente da Regno Unito e Germania, quindi siamo certamente considerati piuttosto strani in America, dove non c’è molta gente che fa musica come la nostra. Il nostro mix di horror e elettronica, sperimentazioni e cantato pop è una novità. Quando abbiamo firmato con la New Rose Records, label parigina, abbiamo lasciato il Canada appena dopo l’uscita del nostro album di debutto, “Insomnia Theatre”. Sappiamo che il nostro mercato è ormai in Europa, soprattutto Germania, France, Italia, Belgio e Svezia.
M: Avete licenziato moltissimi dischi e produzioni in una evoluzione lineare, cosa vi ha portato fino ad oggi? Quali obiettivi?
D: É sempre stata un’evoluzione e un cambiamento per gli Psyche. Ci è sempre piaciuto sorprendere noi stessi e i nostri ascoltatori con nuovi suoni e metodi di composizione. La mia influenza maggiore è la vita, quello che ho vissuto, e i miei pensieri riguardo il mondo umano e la società in questa continua evoluzione tecnologica ed interconnessione. Di conseguenza, il mio obiettivo è di documentare e osservare, e godere di questo allo stesso tempo. Sono felice che la nostra musica ci porti in così differenti paesi, ed anche se abbiamo ormai rinunciato ad un posto nelle hit chart penso che ci possiamo considerare come radici, ambasciatori della musica sintetica.
M: L’attitudine del DIY (do It Yourself) è legata alla vostra immagine artistica, e uno dei vostri ultimi album di remix si intitola “Unveiling the secret 2.0”, come è possibile il DIY nell’era 2.0 e come è cambiato il vostro approccio fino ad oggi?
D: Yeah, è qualcosa di buffo che dopo aver realizzato il nostro album di debutto completamente da soli nel 1985 mi sia ritrovato (dopo tutte le vicissitudini con le label e le case discografiche) vent’anni dopo a lavorare al nostro DVD in piena attitudine DIY e il disco Unveiling the Secret 2.0.
È lavoro duro, ma per certi versi è più divertente ed appassionante avere il controllo della propria creazione e della sua commercializzazione. Ho un feedback diretto, e sono dentro al 100% dentro il prodotto. È dura risaltare, spiccare fuori dalla massa, noi Psyche siamo in giro da parecchio, ma c’è comunque parecchio da fare per rendere la gente cosciente della tua creatività, della tua musica.
M: Ti manca qualcosa del tuo passato musicale? Come ti senti ripensando alla scena musicale dei primi anni ’80? Che cosa è andato perduto?

Darrin: Per tanto tempo ho cercato di non essere nostalgico, ma quello che mi manca è l’eccitazione e l’originalità dei gruppi di allora.
Tanta gente faceva la stessa cosa, seguiva lo stesso filone, ma sotto l’ombrello della New Wave c’era un movimento in cui qualsiasi pazzia poteva essere accettata, tranne i cliché del rock da stadio naturalmente o roba simile. Questa sfumatura è andata perduta e la musica Pop non sorprende spesso. Mi ricordo quando per la prima volta sentii la canzone Money dei The Flying Lizards. La amai subito perché non era simile a niente che avessi ascoltato prima, ed era anche molto popolare! Altri esempi sono Gary Numan, The B-52’s, ovviamente i Soft Cell furono una rivelazione per me ,nonostante abbiano pubblicato solo 3 album hanno aperto un intero mondo musicale.
M: Qual è la tua idea di futuro?
D: Cercare di non invecchiare. Onestamente non so. Sto ancora cercando di costruire me stesso. Non ho più fatto molto dall’ultimo album ufficiale del 2005. L’anno scorso abbiamo iniziato a scrivere nuove composizioni insieme a Andy e Tina dei No More, e credo che per il nuovo album avremo cose curiose da dire.
M: E quale la tua definizione di Passato?
D: Gioventù e curiostià. Pensavo che avremmo vestito tute argentate come nello spazio e guidato macchine di plastica, anche Intwrnet di ora non mi sembra futuristico abbastanza come me l’aspettavo.
M: Il vostro metodo di composizione e di lavoro è cambiato parecchio nel corso del tempo?
D: Abbiamo sempre usato nuovi sintetizzatori e cambiato i suoni analogici in ogni album. Credo ancora nel suonare “a mano” piuttosto che nella programmazione, ma quando mio fratello non ha più potuto continuare con la band, ho iniziato a lavorare con diversi musicisti, ed ognuno di loro aveva un proprio metodo di composizione. Una cosa in comune però, la musica veniva sempre per prima. Ho archiviato tantissimi testi, ma ancora preferisco scrivere per la musica, per il suono e nient’altro. L’atmosfera di certe sonorità e sequenze mi aiuta a trovare la direzione delle mie parole; altre volte ho già pronto il titolo e questo mi aiuta a dirigere il senso delle sonorità.
M: State viaggiando per l’Italia in tour con i No More, come sta andando?
D: Bene, è stato divertente e interessante vedere la nostra audience, soprattutto in Italia dove siamo stati nella prima volta solo nel 2005 per il tour Diary of Dreams , e allora ci sentimmo quasi al debutto!

www.myspace.com/psyche

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=J6FznEt2bDY[/youtube]


NO MORE

Michele: Prima di tutto grazie per il vostro tempo! E’ un grande piacere potervi intervistare, come va??
Andy: Grazie a te! noi siamo appena tornati dal tour italiano, quindi siamo ancora un poco stanchi.
Tina: E’ stato il nostro terzo e più grande tour in Italia e ci siamo divertiti veramente tanto , sopratutto perchè abbiamo potuto suonare al sud!
M: ci parlate un pò del vostro progetto artistico, di come è iniziato?
Tina: abbiamo iniziato come quartetto nel 1979, ispirati dal punk e dal post-punk (al tempo conosciuto meglio come New Wave). All’inizio mischiammo ogni cosa derivante da quel “genere”. Era tutto D.I.Y, l’artwork, la registrazione, la distribuzione etc.
Andy: Nel 1981 diventammo un trio e da quel momento cominciammo a dirigervi più verso la cold wave.
M: Il vostro famoso singolo Suicide Commando ha avuto un ruolo cruciale nel farvi conoscere in tantissimi paese e differenti contesti, l’abbiamo sentito alla Love Parade, in tanti film e così via, come è nata la canzone e come è possibile che sia stata così dirompente?
Andy: c’è voluto un pò di tempo per sviluppare la versione che è uscita nel 1981. E quando uscì nessuno se ne accorse fino al 1984.?Tina: E’ così minimale che molta gente poteva modificarla secondo i propri bisogni. E nonostante sia fredda elettronica riesce ad evocare passione ed un certo romanticismo.
M: 30 anni sono passati da Suicide Commando e cosa è cambiato nella vostra idea di musica ed arte?
Andy: Dopo così tanto tempo è più difficile trovare qualcosa di veramente nuovo. Specialmente perchè tutto e tutti è retrospettivo adesso.
Tina: Arte e vita sembrano seguire oggi vite molto separate.
Andy:Di conseguenza, attitudini, concetti o idee di ciò che possa essere l’arte non sono cambiate molto ma te devi cercare altre strade per comunicarli.
M: Credete che il mondo si stia suicidando?
Tina: No non lo credo.
M: E qual è secondo voi la via artistica per la salvezza?
Andy: Non c’è salvezza, in nessuna maniera. Tu devi far ripartire tutto dall’inizio. E fallire di nuovo.
Tina: Ma è ok.
M: Avete condiviso il palco con i D.A.F e tanti altri artisti, come è stato?
Andy: Suonare con i DAF è stato assurdo!
Tina: Anche con gli Psyche abbiamo fatto molti tour e siamo diventati grandi amici. Complici per meglio dire.
M: Che cosa ne pensate riguardo band moderne influenzate da sonorità come Kraftwer, i già citati DAF e la wave in generale?
Andy: Non parlerei di revival. Tutti noi siamo influenzati da qualcun’altro. Questa è un buona cosa finchè l’influenza non diviene copia.
Tina: Ruba, non copiare.
M: Come è il contesto musicale tedesco al momento?
Tina:Non molto interessante, devo dire.
M: Siete ripartiti come duo nel 2008… Perchè? Quali sono i vostri obiettivi?
Andy: Siamo tornati perchè sentivamo che era giunto il momento giusto, per molte ragioni.
Tina: sapevamo che potevamo farlo solo in duo.
M: Quali sono i vostri prossimi progetti?
Andy: Abbiamo fatto già diverse registrazioni con gli Psyche che spero vedranno la luce nel prossimo autunno.
Tina: E nel frattempo lavoriamo al prossimo album.ì

www.myspace.com/nomoreremakeremodel

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=YslAyYSAG84[/youtube]

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