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Death Cab For Cutie – Codes And Keys

2011 - Atlantic Records
pop/indie

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Tracklist

1.Home is a fire
2.Codes and keys
3.Some boys
4.Doors unlocked and open
5.You are a tourist
6.Unobstructed views
7.Monday morning
8.Portable television
9.Underneath the Sycamore
10.St. Peters Cathedral
11.Stay young, go dancing

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Canto del cigno di una band distrutta (commercialmente parlando) dalla partecipazione alla colonna sonora di una delle più note ed inutili saghe cinematografiche di sempre.

Può non sembrare vero ma ogni lavoro dei Death Cab For Cutie richiede un’accurata supervisione ed un attento rimaneggiamento che può dilatare i tempi fino ai fatidici tre anni (tanti ne occorrono per essere considerati musicisti di rango!). Codes And Keys viaggia sulla lunghezza degli undici brani e seleziona quanto di meglio fatto dalla band americana in quattordici anni di carriera, ma rimane un prodotto pressoché vuoto e senza alcuna interessante prerogativa. Si estinguono lentamente i fuochi del fulgido periodo indie di inizio anni ’00 e tutti quei gruppuscoli senza una strada precisa e con una creatività “alla cazzo di cane” si muovono alla ricerca di risposte alle solite domande: “chi siamo?”; “dove andiamo?”; “qual’è il nostro scopo?”. Nessuno, dall’altra parte del confessionale, porge una sensata risposta ed ecco allora intervenire il senso di colpa di chi, non sapendo cosa fare del proprio presunto talento, spende soldi e sudore per costruire cose inutilizzabili. Codes and keys è inutilizzabile! Non ha una fuzione essenziale e non può arrogarsi il diritto di essere considerato mero tributo ai tempi migliori. È un posto occupato su uno scaffale che potrebbe tornare molto più utile ad una raccolta di brani natalizi reinterpretati da qualche orchestrina alla Renzo Arbore. Passati tre anni da Narrow stairs e addirittura sei dall’originale iniziativa di Plans sembra essere arrivato all’uscita il tour del gruppo di Washington nel paese dei balocchi, dal quale hanno preso tanto e dato altrettanto con ottime prove e un discreto riconoscimento di pubblico e di critica (come il Grammy vinto nel 2005 per il miglior album alternativo, Plans). La congiunzione astrale vuole che questo tipo di argomenti non funzionino più ai giorni nostri, eccezion fatta per un manipolo di inossidabili, e che non sia più il caso di prestare attenzione a brani come Some boys o You are a tourist. Sono finiti i giorni delle felici colonne sonore di film come Trainspotting o di libri come La banda dei brocchi di Johnatan Coe.

Oggi si guarda verso direzioni differenti e si tende a ripudiare un passato visto, rivisto e corretto un migliaio di volte da musicisti, registi, artisti visivi, ingegneri del suono, poeti new age e tanti altri prodotti dell’industria del divertimento. Cari Death Cab For Cutie, strappate un piccolo pezzettino di questo Codes And Keys per conservare la fioca, ma rassicurante, luce di Home is a fire e cestinate tutto il resto, non servirà a voi e non servirà di certo a noi.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=CVErSWseFfI[/youtube]

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