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Psychovox – La Scelta

2011 - Autoproduzione/Prismopaco
rock/alternative

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Tracklist

1. Occhi Secolari
2. Caino
3. L'Ultimo Giorno
4. Altalena
5. Sensor
6. Preghiera
7. Jabura
8. Il Divino
9. Una Cosa Sola
10. Baobab
11. In fondo al pozzo
12. Addio

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L’uomo che vaga solitario per campi desolati ed immensi, attento ad evitare le grandi e profonde buche lasciate dalle nostre radici estirpate a volte con forza, altre con estrema cautela attraverso i secoli, tanto da non accorgersene. Strappi che ci lasciano dei vuoti profondi da colmare e tante domande. Buchi dell’anima , buchi della fede e buchi esistenziali. Un labirinto di fori da percorrere cercando il modo di non sprofondarci dentro e quando succede, trovare le forze per risalire con quello che abbiamo: noi stessi, mani e psiche sono le nostre armi. Sensazioni di claustrofobia esistenziale che ascoltando il nuovo lavoro dei Psychovox vengono a galla.

Gli Psychovox sono un gruppo brianzolo guidati dalla frontwoman Laura Spada che in un concept di 12 canzoni segna le via crucis dell’essere umano. L’avidità, la fame di successo e il potere(Occhi secolari, Caino) non hanno prezzo, l’uomo prevarica l’uomo, la libertà(L’ultimo giorno) è una chimera persa in tempi privi di comunicazione dove le distanze tra gli uomini invece di accorciarsi , sembrano aumentare sempre più (Altalena).
Creato il quadro poco alettantante in cui il genere umano è costretto a sguazzare, si cercano i rimedi. La ricerca del primordiale legame alla natura intorno a noi(Una cosa sola), la ricerca della nostra unicità, del divino che è in noi(Il divino) lontano dalle false promesse di una fede (verso chissà a quale Dio), a volte troppo precostruita per essere elastico e rimedio per tutti(Preghiera), incapace di dare risposte concrete persa nei suoi dogmi.
Quando la caduta è inevitabile e ormai cosa fatta, la lucidità e la verità che ogni essere umano nasconde dentro di sè, a volte nei meandri più nascosti(Addio), avranno la meglio su scelte affrettate e dettate dalla disperazione(Baobab).
Giunti al secondo album dopo l’ep d’esordio e il primo full lenght album Paura del vuoto uscito nel 2008 (lavori autoprodotti, ma che da poche settimane sono distribuiti digitalmente dalla Prismopaco http://psychovox.believeband.com/), gli Psychovox sono un trio che vede, oltre alla già citata Laura Spada, autrice della maggior parte dei testi, alla voce e basso, il chitarrista Francesco Carbone e il batterista Mauro Giletto.

Gli Psychovox sono uno sguardo furtivo ma penetrante verso il destino che l’uomo sembra aver costruito per autodistruggersi. Partendo dal rock alternatvivo italiano degli anni novanta e viaggiando sopra ad aperture chitarristiche space stoner, concedendosi brevi esperimenti sonori come in Jabura.
Piacciono la tensione che le canzoni riescono a trasmettere, si percepiscono l’inquietudine e lo smarrimento su cui si basa il loro concept lirico e musicale, sia nelle parti più lente ed oscure che nei pezzi più tirati e rock senza mai perdere la bussola melodica. Un prodotto autoctono, in tutto e per tutto che conferma già un carattere e una direzione di intenti precisa. Forse l’incontro con un grande produttore potrebbe far fare il grande salto o comunque far uscire altre potenzialità nascoste nella loro musica.

[soundcloud url=”http://soundcloud.com/figureheadblog/psychovox-preghiera”]

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