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Jay-Z & Kanye West – Watch The Throne

2011 - Roc-a-fella/ Roc Nation/ Def Jam
hip-hop/r'n'b

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Tracklist

1.No Church In The Wild (feat. Frank Ocean)
2.Lift Off (feat. Beyoncè)
3.Niggas In Paris
4.Otis (feat. Otis Redding)
5.Gotta Have It
6.New Day
7.That's My Bitch (feat. Elly Jackson)
8.Welcome To The Jungle
9.Who Gon Stop Me
10.Murder To Excellence
11.Made In America (feat. Frank Ocean)
12.Why I Love You (feat. Mr. Hudson)
13.Ilest Motherf**ker Aliv (deluxe version)
14.H.A.M (deluxe version)
15.Primetime (deluxe version)
16.The Joy (feat. Curtis Mayfield) (deluxe version)

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La prima collaborazione su lunga durata di Jay-Z e Kanye West, sovrani indiscussi di una certa scenografica scena hip-hop, non poteva che suscitare attese smodate, strombazzanti curiosità e vere e proprie scene di panico più o meno dovute. “Watch The Throne” è uscito prudentemente di botto, quando forse l’attenzione era scemata, forse per voler mettere le mani avanti, o forse per lasciare al disco il giusto spazio vitale dopo mesi e mesi di chiasso indifferenziato per l’uno o per l’altro interprete, Jay-Z sempre più eroe popolare ma sempre meno convincente, Kanye West nei panni scomodi di chi deve bissare a distanza di un anno un capolavoro di genere come “My Beautiful Dark Twisted Fantasy”.

Per chi li aspettava al varco, fin dalle prime note di “No Church In The Wild”, mantra oscuro e insinuante con la voce di Frank Ocean a testimoniare la svolta pseudo-mistica di West, appare chiaro come il trono sia ben saldo e ben lontano da pericoli o ostacoli di sorta.
“Watch The Throne”, sicuramente meno variegato e complesso della precedente opera di West, vicino per certi versi a certe produzioni del miglior Jay-Z, è un’intensa manifestazione di orgoglio black, una celebrazione degli assoluti pregi di un hip-hop classico, fatta di stilemi noti arricchiti dalle intuizioni ingombranti ma funzionali di un sempre ispiratissimo Kanye West.
Come nell’impeccabile rap senza sosta di “Otis”, dove i due si lanciano spensierati e convincenti su un disco rotto di Otis Redding, ad esaudire da un lato la legittima richiesta di assoluta qualità e a rispettare, dall’altro, il dovere morale di scalare le classifiche. O come nel blues nostalgico e sporcato di asfalto di “Gotta Have It”, o ancora nell’epica “Lift Off” che, con la voce di Beyoncè, sembrerebbe in procinto di ripetere lo spettacolo pirotecnico di “All The Lights” e realizzare in un sol colpo le pretese artistiche miseramente fallite in “4” della signora Knowles.
In aperto contrasto con il morbido patriottismo di “Made In America”, la paranoia ossessiva di “Welcome To The Jungle” o il torrido futurismo cibernetico di “Who Gon Stop Me” sembrano chiudere i conti con il voodoo radio-friendly di “Why I Love You”, sicuramente difficile da digerire per i fondamentalisti del genere, ma allo stesso tempo piena zeppa di belle intuizioni e spunti geniali nella sua rivisitazione pomposa e alienante di I love U so di Cassius.

In “Watch The Throne” non c’è guerra per il potere, non c’è competizione e non c’è invidia. Jay-Z e Kanye West vincono, insieme, dimostrando ancora una volta la dinamicità e la creatività di due leggende capaci di regalare sempre e comunque momenti di assoluta brillantezza e ispirazione.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=BoEKWtgJQAU[/youtube]

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