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Giant Sand – Center Of The Universe (25th Anniversary Edition)

2011 - Fire Records
rock/folk/alternative

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Tracklist

1. Seeded (`Tween Bone And Bark)
2. Pathfinder
3. Center Of The Universe
4. Off Ramp Man
5. Year Of The Dog
6. Live To Tell
7. Thrust
8. Loretta And The Insect World
9. Sonic Drive In
10. Milkshake Girl
11. Stuck
12. Thing Like That
13. Return To Fodder
14. Unwed And Well Sped
15. Solomon's Ride
16. Slip Slice Suite (Bonus)
17. Goin' To New Mexico (Bonus)

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I Giant Sand (formatisi nel lontano 1982) sono fondamentalmente uno dei gruppi più rilevanti del composito mondo alternative rock a stelle e strisce. Il gruppo guidato da Howe Gelb (sentito di recente sullo spagnoleggiante “Alégrias”) ha cambiato pelle e sound molte volte, nella sua lunga carriera, e “Center Of The Universe” (originariamente pubblicato nel 1992) dava appunto il la a un nuovo ciclo stilistico, improntato a sperimentazioni elettriche di stampo noise rock.
Questa grande rivoluzione sonora avrà però la considerevole conseguenza della scissione dei membri storici Burns e Convertino, che formeranno poi i Calexico.

Riproporre un album così cruciale non significa solo festeggiare una ricorrenza cronologica, ma soprattutto rimarcarne l’importanza all’interno della propria discografia, sebbene negli anni duemila il progetto sia tornato a parlare un linguaggio più schiettamente acoustic root rock.
Un po’ come se i Giant Sand e Gelb volessero riappropriarsi di un pezzo della propria identità, del proprio passato, “Center Of The Universe” ripropone, rivede e corregge elementi eterogenei del mondo rock americano (fra le loro influenze sicuramente Bob Dylan elettrico, Johnny Cash, Hank Williams), che vanno dall’impatto psych dell’opener “Seeded (`Tween Bone And Bark)” allo spirito country di “Unwed and Well Sped”. In mezzo vi sono anche le aggressioni heavy di “Sonic Drive In” e le aperture vintage pop di “Milkshake Girl”, il tutto allineato in un continuum narrativo sensato e coerente dalla voce sicura (ma ai tempi ancora un po’ acerba) di Gelb e dal feedback della sua chitarra.
Questa bella riedizione (curata da Fire Records) include anche due bonus track (“Slip Slice Suite” e “Goin’ To New Mexico”) che portano la scaletta a quota 17 brani, per un album che tradisce subito la sua ispirazione fluviale e il mood erratico tipico della band dell’Arizona.

In conclusione un’ottima occasione di approfondimento per chi ancora non conoscesse l’album e/o la band in questione.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=lMC9sY7UqCs[/youtube]

I Giant Sand (formatisi nel lontano 1982) sono fondamentalmente uno dei gruppi più rilevanti del composito mondo alternative rock a stelle e strisce. Il gruppo guidato da Howe Gelb (sentito di recente sullo spagnoleggiante “Alégrias”) ha cambiato pelle e sound molte volte, nella sua lunga carriera, e “Center Of The Universe” (originariamente pubblicato nel 1992) dava appunto il la a un nuovo ciclo stilistico, improntato a sperimentazioni elettriche di stampo noise rock.

Questa grande rivoluzione sonora avrà però la considerevole conseguenza della scissione dei membri storici Burns e Convertino, che formeranno poi i Calexico.

Riproporre un album così cruciale non significa solo festeggiare una ricorrenza cronologica, ma soprattutto rimarcarne l’importanza all’interno della propria discografia, sebbene negli anni duemila il progetto sia tornato a parlare un linguaggio più schiettamente acoustic root rock.

Un po’ come se i Giant Sand e Gelb volessero riappropriarsi di un pezzo della propria identità, del proprio passato, “Center Of The Universe” ripropone, rivede e corregge elementi eterogenei del mondo rock americano (fra le loro influenze sicuramente Bob Dylan elettrico, Johnny Cash, Hank Williams), che vanno dall’impatto psych dell’opener “Seeded (`Tween Bone And Bark)” allo spirito country di “Unwed and Well Sped”. In mezzo vi sono anche le aggressioni heavy di “Sonic Drive In” e le aperture vintage pop di “Milkshake Girl”, il tutto allineato in un continuum narrativo sensato e coerente dalla voce sicura (ma ai tempi ancora un po’ acerba) di Gelb e dal feedback della sua chitarra.

Questa bella riedizione (curata da Fire Records) include anche due bonus track (“Slip Slice Suite” e “Goin’ To New Mexico”) che portano la scaletta a quota 17 brani, per un album che tradisce subito la sua ispirazione fluviale e il mood erratico tipico della band dell’Arizona.

In conclusione un’ottima occasione di approfondimento per chi ancora non conoscesse l’album e/o la band in questione.

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