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Il Cavaliere Nero

Il Cavaliere Nero #3: Sacrificare chitarre sacrificali: Gottesmorder EP

Gottesmorder EP, 2011. Registrato nell’ aprile 2011 all’ Orange Recording Studio, Pistoia, da Stefano “Zven” Doretti (Ghost Empire, Stoner Kebab). Mix e master a cura di Lorenzo Stecconi (Ufomammut, Lento, Zu, Dalek) presso il Locomotore Studio, Roma. Artwork del grafico/musicista Mories (de Magia Veterum, Aderlating), intro ad opera di K11/ Pietro Riparbelli.
Pubblicato da: Absurd Creature Records (RUS), Tokyo Jupiter Records (JP), Nojoy Records (ITA).

Tesi, antitesi, sintesi. Con questo processo mentale gli esseri umani indagano quello che li circonda. Un bagliore, un susseguirsi di versioni diverse, vuote interpretazioni, voci che si sovrappongono una all’altra, fino al caos. E poi. Poi il silenzio. Sintesi, appunto. Nessuna, luce, nessun ruolo, nessun senso.

I Gottesmorder sono in tre (Michele – voce, chitarra, Matteo – basso, Nicola – batteria), sono toscani (Pisa, Cecina, Querceta) e arrivano come una catarsi dopo anni di vaneggiamenti, di inutili rumori e decadenti acconciature. Non c’è trucco né inganno. Una sintesi oscura, tagliente e claustrofobica si manifesta nelle due suite che compongono questo straordinario 12 pollici,
Dove un suono già maturo, evoluto e personale va dritto al nocciolo della questione: black metal. Potremmo stare ore, giorni interi a disquisire su cosa è black metal e cosa non lo è; ma lasciamo i seguenti onanismi ai puristi del genere, soli con i loro brufoli. Qui si fa sul serio: chitarre come drones, drumming primitivo e urla furiose. il crescendo discordante che apre “Winternight” basta da solo a spazzare via piccole polemiche e manierismi di sorta. Chitarre sfuggenti eppure serratissime si sovrappongono in una elegia che monta ineluttabile come una marea, creando spazi mentali e dilatazioni che lasciano senza fiato, una vertigine lucida nel suo esplodere in blastbeat furiosi, di pura matrice punk-black della primissima ora. Il growl sulfureo di Michele ci schiaccia a terra, si inerpica su trame strumentali di rara oscurità, per poi affondare in un delta limaccioso di dinamiche mozzafiato e di ripetute visioni di morte. Esempio perfetto di tutto questo è anche il secondo capitolo dell’opera: “the abyss of throats”; una introduzione funebre scandita da rintocchi funesti ci consegna alla voce assassina di Lee Baughn (Ghost Empire) che apre, per quanto mi riguarda, il pezzo black dell’anno. Atmosfere che sfiorano il doom apocalittico si realizzano nell’incedere di un riff granitico e allo stesso tempo cerimoniale, un mantra nero che sorregge quasi da solo l’intero episodio, un crescendo di chirurgica spietatezza verso il nulla. O, se preferite, verso la sintesi.

Qui non c’è spazio per pose o scene: qui siamo di fronte ad un raro esempio di perfetta unione fra messaggio e forma espressiva. La band sa perfettamente quello che vuole e sa come ottenerlo. Tutto volge a creare un’atmosfera unica, totale, nera come la notte, perfettamente sostenuta da un suono personalissimo e da un grande approccio agli strumenti.

L’inverno sta arrivando, procuratevi questo “Gottesmorder EP” quanto prima.

Per fan di: Burzum, Wolves in the Throne Room, Altar of Plagues, Fall of Efrafa

a cura di Luca Dalpiaz
(Tra basso, voce e batteria Luca Dalpiaz è presente in due gruppi opposti, come possono esserlo i durissimi Maraiton se confrontati con le atmosfere folk dei Verily So. La qualità però attraversa entrambi i progetti)

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