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Interviste

Intervista ai MARAITON

Uno dei dischi più interessanti di questo mese è sicuramente Papa degli italianissimi Maraiton. Il disco è un potente attacco sonoro che vi farà sudare, pogare, muovere ma anche riflettere, sorridere e poi andare oltre. Non potendo farci perdere l’occassione ecco che andiamo a conoscere meglio i membri del gruppo.

a cura di Fabio La Donna.

Iniziamo dalle formalità di rito: Chi siete? Da dove venite? Che cosa volete?
LUCA (basso): In una lingua di terra che da Livorno scende a sud lungo tutta la costa fino a Piombino, c’è una provincia di non luoghi, cave dismesse e stabilimenti balenari post boom economico. si adagia immobile su di una terra bellissima, deturpandola con la sua sola, muta presenza (tanto per fare una citazione colta). E’ la zona Cecina – Rosignano Solvay. Qui tutto è una promessa disattesa; uno sviluppo squilibrato e velocissimo si è presto trasformato in indolenza, che poi è l’unico stato d’animo possibile per vincere il nulla che circonda questi luoghi. Sull’asse di questo squisito spleen provinciale nasce il nostro progetto. Nasce coinvolgendo persone già musicalmente attive da anni, visto che molti di noi avevano già esperienza nei generi più disparati. Condividiamo poi il solito gusto per il surreale, per le metafore prive di senso ed altre simili amenità: diciamo che come progetto non possiamo prescindere dalla nostra zona di provenienza, dai personaggi che la popolano e dalle storie assurde che da qui prendono vita. Quello che ci interessa è solamente costruire musica, fare delle sessioni di prove infuocate e cercare di ricreare questa tensione live. Non voglio ripetermi, ma è importante ricordare che non siamo interessati a scene, fratellanzeaccacì e sitcom in generale.

Papa è uscito da poco ed è già disponibile su varie pattaforma. Perché non ci parlate un po’ di questo album e della scelta del nome?
ANTONIO (voce): Papa nasce due anni fa grazie a Mattia, Samuele (batteria e basso) e Cappe (Voce). Questo è stato il nucleo originale che ha portato avanti la prima parte della registrazione di questo progetto, io e Luca siamo entrati solo più avanti con uno spirito totalmente diverso rispetto agli altri, quasi da ammiratori, visto che avevamo avuto modo di sentire le canzoni in separata sede, da amici – le ascoltavamo dal nostro amico/mentore/guru Massimo Cuomo, fonico del gruppo e coproduttore del lavoro stesso. Il nostro ruolo è stato quello di rifinire i pezzi fino a farli diventare così come sono stati inseriti nel disco; credo che la loro forza si basi proprio su questa doppia sessione di registrazione, che ha reso le canzoni totalmente nuove agli occhi del primo nucleo Maraiton ed ha reso noi, nuovi arrivati, parte integrante del tutto. È stato un fattore importante, ci ha permesso di unirci con più forza e creare un’atmosfera di coesione vera e propria, sono sicuro che questo si percepisca anche nell’album. Per quanto riguarda il nome del disco è semplice: Papa è il tutto e il contrario di tutto, è il simbolo della continua contraddizione umana dell’eterno scontro fra quello che dovremmo essere e quello che in realtà non siamo. Noi giochiamo a fare gli iconoclasti, oltretutto. Nell’arte, nella religione e nella politica l’iconolatria distrugge il senso critico delle persone, l’obiettività e la crescita. Chi più del Papa può rappresentare questo concetto?

Avete riportato che la scrittura delle canzoni viene affrontata in una commistione studio/live, sempre in evoluzione. Vi va di illustrare questo concetto e spiegare questa scelta?
LUCA: Dato che le cose che facciamo richiedono di essere provate e riprovate, non c’è niente che ci piace di più di una bella sessione di prove alla morte. è come se preparassimo continuamente concerti da fare, la tensione è sempre altissima, le improvvisazioni si susseguono. I live acts poi non sono altro che un proseguo di questa trance: i nostri migliori concerti sono stati quelli dove abbiamo ricreato la stessa atmosfera/alchimia delle nostre lunghe sessioni. Naturalmente registriamo ogni minuto di queste divagazioni strumentali per poi iniziare a costruire la architetture dei pezzi.

L’intro di Papa è affidata ad una citazione di Andy Casanova, storico magnate del porno e della ShowTime. Come mai questa scelta?
ANTONIO: Considera che Samuele ha dovuto scaricare migliaia di megabyte di filmati hard per trovare questo intro, intasando il pc di porno e facendo infuriare suo padre! Il monologo d Andy calza a pennello ed introduce il tema di Sissi, la prima traccia del disco, che parla, per l’appunto, di uno stupro. Il protagonista del brano sta sognano di stuprare la sua ex fidanzata, cercando di ottenere rivalsa facendole del male, provando a rubarle tutto quello che lei ha tolto a lui, dignità, speranza e serenità. Ovviamente la musica, come tutta l’arte in generale, ha un potere catartico ed esorcizzante, serve a sfogare in modo non cruento tutti i sentimenti violenti e oscuri che ci rodono. Nessun di noi potrebbe mai, nella realtà, muovere violenza o legare una persona ad una sedia e cospargerla di benzina come potrebbe succedere in un film di Tarantino, eppure quando lo vediamo sullo schermo la cosa ci piace e ci appassiona, perché ci mostra il nostro lato più nascosto, nero come la notte. E’ solamente la sterile repressione che ci lega a terra.

Vodka è tra le mie canzoni preferite dell’album. Ci parlate un po’ di questa canzone?
ANTONIO: Vodka ha molteplici significati. Per quanto mi riguarda racconta di una bisca clandestina tra bande, bisca che avviene alla luce del sole, addirittura dietro la vetrina di un bar di provincia che assomiglia, a causa della clientela abituale diciamo non troppo altolocata, più ad uno Zoo piuttosto che ad un locale pubblico. Durante una partita a poker i partecipanti escono uno ad uno senza esclusione di colpi, oltretutto ubriacandosi completamente fino a perdere il filo della partita e la concezione empirica della realtà, augurandosi morte reciproca ed immaginando già il proprio funerale. Chi ha scritto il testo, in realtà, ha provato a descrivere una tipica ubriacatura tra nichilismo e continui flirt di uno dei nostri personaggi preferiti (non posso dirvi chi sia il protagonista, abbiate pietà), che mi è venuto naturale ambientare in un posto stile ”peggiori bar de Caracas”.

La registrazione è a cura di Massimo Cuomo ed il mastering dell’americano Jason Ward. Come vi siete trovati a collaborare con loro?
LUCA: come ho già detto, Massimo Cuomo è più che un amico, per noi. è un personaggio di Cecina che ha dato vita a moltissimi progetti musicali, uno più bello dell’altro: Mugatu, the Voids, Komodo Skin e Wahbobs; in più ha registrato e mixato Maraiton ed il lavoro che ho fatto con i Verily So, suonando il timpano in ”Ballad”. Ha uno stile ed una credibilità secondo me uniche, ed è sempre stato presente intorno a noi. Ha forgiato il nostro gusto con tantissimi ascolti di qualità, ci ha dato consigli preziosi su questioni tecniche ed artistiche ed ha evoluto il nostro sound con le sovrapposizioni di chitarra tapping presenti nel disco. è anche il nostro fonico quindi posso dire tranquillamente che Maraiton è composto da 6 persone.
Per quanto riguarda la collaborazione al mastering di Jason Ward, è presto detto: adoriamo gli Shellac e lo ”Steve Albini Pensiero”, quindi ci è venuto più che naturale inviare il nostro materiale al Chicago Mastering Service, studio di mastering di Bob Weston (bassista degli Shellac), per fargli dare una ulteriore mano di colore. Abbiamo ricevuto ottimi feedback da tutto lo studio, tanto che Weston stesso ci ha passati nelle mani di Jason Ward, il più importante sound engineer del suddetto studio. Una cosa che devo dire ci ha fatto inorgoglire è stata una mail che abbiamo ricevuto a lavoro finito da parte di Bob Weston. Diceva: ”it’s always beautiful to work on music. But sometimes it’s better than others: you guys are one of these times. We cannot understand anything from your lyrics but the groove sounds great”.

Dopo aver parlato della stesura dei testi e della registrazione passiamo ora al vostro sound. Come lo definireste ad una persona che si avvicina per la prima volta ai Maraiton?
LUCA: Maraiton è per muoversi, per pensare e per prendersi per il culo. diciamo che c’è una buona dose di wave, post punk e math, il tutto condito da una spruzzata di kraut e attitudine hardcore. Poi basta, credo. A parte le cazzate, con Maraiton si suda non poco.

Intervista finita. Avete qualcos’altro da dichiarare(progetti futuri, presenti, live, etc)?
ANTONIO: Abbiamo intenzione di registrare un nuovo Ep contenente i pezzi nuovi scritti a cinque mani a breve. Prevediamo che per l’anno nuovo possa arrivare, magari insieme a qualche proposta interessante. Per adesso seguiteci, spammate la nostra musica e fate girare quello che trovate. Avete la nostra totale autorizzazione!

a cura di Fabio La Donna

www.facebook.com/Maraiton

Maraiton – Papa by Maraiton

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