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Beyoncé – 4

2011 - Columbia
pop/r'n'b

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Tracklist

1.1+1
2.I care
3.I miss you
4.Best thing i never had
5.Party (ft. Andre 3000)
6.Rather die young
7.Start over
8.Love on top
9.Countdown
10.End of time
11.I was here
12.Run the world (girls)

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Parlando il linguaggio del grande business della musica, questo album non può definirsi un granché. E’ entrato in classifica ai primissimi posti ma ha visto l’orlo del braratro in meno di due settimane e questo può, “a naso”, dare un preliminare giudizio su tutto il lavoro.

Ma noi sappiamo benissimo che la stragrande maggioranza di tutti quelli che ascoltano musica non capiscono un beneamatissimo cazzo a riguardo, quindi, è preferibile analizzare la situazione riguardo a 4 in questo senso: il disco della strapagata artista americana, voce superba, conto in banca mostruoso, è un buon lavoro ed è grazie alle sapienti mani del solito Kanye West che possiamo affermalo. L’enorme quantità di nomi, noti o meno noti, del panorama musicale che hanno partecipato alla composizione del disco rendono il tutto un vero e proprio vernissage della musica R&a mp;B. E la Knowles? Direte voi. E’ una scansafatiche che neanche si prende la briga di comporre quello che canta? No. Assolutamente è vero il contrario ed è vero anche che così bene, in passato, non le era mai riuscito. Il passaggio del disco da “buon lavoro” a “lavoro di gran classe” avviene immediatamente, alle prime note di 1+1 e non per merito dei ricami nella registrazione o per la scelta di ampie arie sintetiche, ma solo ed esclusivamente per la bellissima, profonda, arrabbiata, dolce, violenta, evocativa voce di Beyoncé, una granata che ruota in aria per un tempo infinito prima di esplodere con un boato imponente e spazzare via intorno tutto. E non va bene solo con i prorompenti flussi di I care ma anche con la sofferta ed altissima Start over. La lunga strada della Knowles da Dangerous in love nel 2003, che la lanciò nel mainstream della musica black, a questo prod otto è stata la maturazione sapiente di un’artista che si è presa i meriti del proprio lavoro e delle prove sostenute poco alla volta fino alla enorme eco di successo sulla quale può contare adesso. La cosa imbarazzante è che la bontà di quello che fa oggi, a dispetto delle mediocrità prodotte ad inizio carriera, non è riconosciuta dal pubblico e, ovviamente, la promozione del prodotto ne risente. Quei quattro stronzi che prenderanno sul serio questo disco saranno destinati a rimanere quattro stronzi e pezzi di bravura come la bellissima e minimale Rather die young rimarranno i versi di un buon brano e niente più.

E’ disarmante dover concludere una recensione cercando di spiegare a tutti in maniera ripetitiva che 4 è, forse, quanto di più altamente qualitativo sia stato prodotto dalla cantante di Houston dai tempi delle Destiny’s Child ed è ancora più disa rmante riconoscere che alla fine pochi o nessuno avranno la capacità di comprendere.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=VBmMU_iwe6U[/youtube]

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