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Interviste

Intervista a SANDRA IPPOLITI

Oggi vi facciamo conoscere Sandra Ippoliti, giovane cantautrice italiana che dopo un lungo percorso ha dato vita al suo primo cd avvolto da una delicatezza e genuità inusuale.

A cura di Fabio La Donna.

Ciao Sandra, hai voglia di presentarti e di dire qualche parola sul tuo primo disco da solista?
La realizzazione di questo disco mi ha messo a dura prova. Se penso alla nascita di ogni singolo pezzo, ritorno con la mente a tempo fa, sono stati arrangiati come sono venuti fuori, brevi e semplici.
In realtà il lavoro più difficile, per quanto mi riguarda, è stato il “dopo realizzazione” per intenderci sono stata indecisa fino all’ultimo se fare uscire questo mio lavoro o no. Ci sono voluti ben 3 anni quasi e poi… Eccoci qua. In realtà non sono una musicista o meglio non ho diplomi o attestati in merito, ho studiato fino ai 19 anni (ho iniziato a 6) pianoforte classico e poi ho cominciato a strimpellare la chitarra dunque le dinamiche da musicista mi sono lontane, soprattutto per l’aspetto della post produzione e di come muoversi quando il disco è pronto e finito. Ecco perchè tanta indecisione. Però sono riuscita a vincerla. Ed infatti il disco è uscito.

A me piace definirlo come una raccolta di canzoni d’appartamento. Da sentire nella propria intimità. Scorci di tardo pomeriggio in attesa di un lavoro, dell’attesa, di un frastuono o di un blues. L’intimità del vivere. Concordi come la mia visione?
Concordo pienamente in quanto ogni canzone è nata così, chitarra e voce, senza troppe pretese con un’ispirazione domestica e di tranquillità. Ogni traccia ha la forza, almeno su di me, di dare una sorta di conforto, come di voce amica che riesce a distendere ogni dubbio, un antidoto contro le tensioni giornaliere. Poi l’effetto sugli altri lo lascio esprimere agli altri.

La copertina del disco ad opera di Francesca di Giovanni ha un certo minimalismoma allo stesso tempo possiede un impatto notevole. Come è avventura tale scelta?
Tutto il pack del disco è stato concepito in 3, un trio vincente direi per quanto mi riguarda. I disegni sono di Silvia Settepanella e l’assemblaggio del tutto di Francesca Di Giovanni. Siamo 3 amiche, ci conosciamo da tempo, conosco i lavori (o Le OPERE) delle due ragazze. Mi sono affidata a Silvia e Francesca per caratterizzare il tutto e la cosa strana e magica è che alla fine ciò che magari non tornava con la musica o che non trovava significato si è magicamente intriso di esso. Un cerchio che si chiude diciamo.

Ti faccio una domanda più intima: come avviene la scrittura delle canzoni? Cosa ti ispira? Perché lo fai?
La scrittura delle canzoni per la maggior parte di esse avviene spontaneamente, quasi mai separatamente. Mi vengono in mente due accordi che mi piacciono e le parole escono sopra, da sole, senza testo. Parlo di me, di quello che mi gira intorno, un citofono che suona, dell’attesa di qualcuno di speciale, il rendersi conto delle storie che si sono vissute, insomma tutto fa brodo se sento che è il momento di parlare, di cacciare fuori. Così. Perchè lo fai, è molto Masiniana la domanda, lo faccio da sempre, è nato con me dunque dato che anche se non sembra, sono assai poco disposta a parlare di ciò che davvero sento ho scoperto da piccola questo modo di “dire”, sperando che la musica possa alleggerire il contenuto di ciò che dico che spesso è rivolto a qualcuno in particolare… E’ la paura che quel qualcuno possa risentirsi che ha fatto entrare in ballo la musica.

Il disco sta avendo recensioni quasi tutte positive e se non erro hai già delle date anche fuori dall’Italia. Sei soddisfatta di come sta andando?
Sono sbalordita del risultato. Non credevo potessero essere apprezzate queste mie elugubrazioni mentali e musicali. E’ una festa per me, e non so come ringraziarvi, perchè anche tu mi stai dando la possibilità di spiegare.

Oltre al tuo disco sei apparsa con la tua voce stupenda nel primo disco da solista di Umberto Palazzo. In passato avevi collaborato anche con i Santo Niente. Come nasce questo rapporto? Vuoi dire qualcosa sul disco di Umberto?
Sono stata onorata di partecipare al primo esperimento solista di Umberto, esperimento tra l’altro meraviglioso e con parole che pochi cantautori odierni riescono a scrivere. Umberto è un gran musicista, nonostante lui faccia di tutto per non darlo a vedere e questo disco e’ un bel fulmine in cieli sereni e anche un pò monotoni. Ci siamo conosciuti nel 2007, io aprivo al Wake Up, locale pescarese dove Umberto era direttore artistico (si dice cosi?) un concerto di Bugo e siamo stati tutta la sera a parlare di musica e musicisti. Da allora mi ha sempre voluto nelle sue cose ed io gliene sarò sempre grata.

Siamo alla fine. Sandra ma tu che ascolti, che leggi, che guardi o che mangi in questo periodo? Ti ha colpito qualcosa in particolare?
Ascolto di tutto (clichè)! Tendo ad andare però indietro nella ricerca di buona musica, adoro Drake, Tim Buckley, Lucio Battisti (Amore non Amore- Anima Latina), De Andrè, Veloso, Mark Lanegan, Pj Harvey, Bjork e Bach. Mi piace davvero tutta la musica e traggo spunto da quasi tutti i suoni. Non ho un genere in particolare e può colpirmi davvero qualsiasi cosa.

a cura di Fabio La Donna

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