Dalle collaborazioni con Umberto Giardini sono passati diversi anni e in tutto questo tempo Maurizio Iorio non ha mai smesso di darsi da fare sviluppando progetti di varia natura.
Da poco è uscito il secondo disco dei Distorsonic dal titolo Dose minima letale. Maurizio, che oltre ad esserne la mente è anche il bassista, viene accompagnato da Gianluca Schiavon (Santo Niente, Yuppie Flu, One Dimensional Man, Skiantos) alla batteria. In altre tracce la batteria è affidata ad Andrea Morsero e Stefano Falcone. Un rincorrersi con tempi sempre più stretti tra batteria e basso genera un suono compulsivo che parte da una base rock per sfociare in deviazioni elettroniche. Il tutto condito con tappeti ambient provenienti da qualche strada periferica fumosa. Si ha quindi l’idea di ritrovarsi in uno sperduto sottopasso dove delle luci giallognole si ergono impotentemente dinanzi ai riflessi dei palazzi troppo lontani. Distanti come i suoni che ogni tanto sono riprodotti e che rendono ancora più compulsiva la struttura sonora. Una strada senza storie, però, non vale niente ed ecco che una voce maschile, gelida e tagliente racconta storie di tutti i giorni. Dalla sua graffiante presenza in “Stordito da una gioia fredda” fino ai deliri presenti ne “L’amore disattivato”. C’è da fare i complimenti a Maurizio Iorio per aver fatto una ricerca accurata che l’ha portato a scrivere testi di ottimi qualità e per averli sapientemente miscelati con un sound assai convincente. In alcune canzoni, come la bellissima “Carne cruda”, è presente la voce avvolgente di Raffaella Castelli che con il suo livello qualitativo elevatissimo fa ottenere un punto in più alla valutazione di questo disco.
Per gli amanti del “sound like” si possono citare i Sigillum S di 23/20, i Massimo Volume di Lungo i bordi, qualche schizzo estremo dei CCC CNC NCN e a varie produzioni dell’etichetta tedesca Sonderübertragung!. Un misto di tappeti elettronici che fanno spazio a deviazioni rock tra un proclamo e l’altro.
Dose Minima Letale è un disco inaspettato e di ottima fattura che presenta un dolce equilibrio tra ricercatezza dei testi e abilità nel miscelare i suoni. In sottofondo, delle storie al limite dell’urbano in un mondo fin troppo dimenticato.
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