Una delle sorprese più intriganti e degne di nota, tra le nuove uscite musicali, è il ritorno sulla scena di Peter Gabriel, a più di un anno di distanza dal suo precedente lavoro.
“New Blood”, uscito il 10 ottobre, pubblicato da Real World e Virgin, segue la scia di “Scratch My Back” (2010): stavolta, però, ad essere coverizzati, in chiave orchestrale, sono i brani di Gabriel stesso, ripresi da “Peter Gabriel (III)” (1980) e “OVO” (2000). L’album, sviluppato durante il suo “The New Blood Tour” del 2010, racconta la carriera solista dell’ex Genesis, tramite atmosfere eteree e oniriche, che quasi cullano l’ascoltatore attraverso un sonno ad occhi aperti. Di certo, se fossi il regista di un film d’avventura, sceglierei come colonna sonora l’intero album.
Una raccolta, che va dai brani più celebri (“In Your Eyes”, “Mercy Street”, “Red Rain”, “Solsbury Hill”), a quelli meno gettonati, il cui re-arrangiamento è ricco di pathos e sensazioni campionate, il tutto racchiuso in sonorità prettamente orchestrali. Menzione speciale meritano le collaborazioni con Melanie Gabriel, figlia del genio genesi siano, in “Downside Up” (originariamente contenuta in “OVO”) e con Ane Brun, che va a sostituire Kate Bush, in una lacrimevole “Don’t Give Up” (la versione originale compare in “So”).
Nella Special Edition dell’album compaiono tutte le tracce presenti nella versione normale, in versione strumentale
Chissà cosa ci riserverà Gabriel per il prossimo album: dopo le due raccolte di cover non può far altro che stupirci con nuovi inediti e sonorità che solo il genio inglese riesce a plasmare, come un abile alchimista.
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