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Noel Gallagher’s High Flying Birds – Noel Gallagher’s High Flying Birds

2011 - Sour Mash
brit/pop/rock

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Tracklist

1.Everybody's On The Run
2.Dream On
3.If I Had A Gun...
4.The Death Of You And Me
5.(I Wanna Live In A Dream In My) Record Machine
6.AKA... What A Life!
7.Soldier Boys And Jesus Freaks
8.AKA... Broken Arrow
9.(Stranded On) The Wrong Beach
10.Stop The Clocks

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Il primo round in casa Gallagher se lo aggiudica Noel, che ha surclassato il fratello, Liam, il quale ha convinto davvero poco con i suoi Beady Eye. Ma non si sta parlando di un incontro di boxe, o almeno così si spera.

Con “Noel Gallagher’s High Flying Birds”, prodotto dallo stesso Noel Gallagher e da Dave Sardy (produttore di Don’t Believe the Truth e Dig Out Your Soul), uscito il 17 ottobre 2011, il chitarrista ha dimostrato di aver superato la rottura, rispolverando suoni tipicamente “oasiseggianti” per poi mescolarli, sebbene non in rilevante parte, a nuove influenze musicali.
E’ un disco piacevole all’ascolto e pieno di Inghilterra, forse un po’ troppo Oasis: ma, del resto, con che coraggio si potrebbe biasimare un ritorno alle origini? Ciò non è necessariamente un punto a suo sfavore: infatti, Noel, ha trovato la giusta misura per riproporre la musicalità della sua ex band, senza necessariamente annoiare, inserendo saggiamente in alcuni frangenti, interessanti novità; per portare un esempio, gli strumenti a fiato in “Soldier Boys And Jesus Freaks”, che con molta probabilità non hanno mai trovato spazio in pezzi degli Oasis. Canzoni come “Everybody’s On The Run” o “AKA… What a Life” rappresentato una diretta testimonianza dell’abilità con cui è riuscito a mescolare un palese sound brit, con una lieve, ma efficace sperimentazione musicale. Un Noel Gallagher in grande spolvero, insomma, che colpisce, non solo come musicista dalle mille sfaccettature, ma anche in qualità di paroliere.
L’album contiene, inoltre, due tracce composte durante il periodo Oasis: trattasi di “(I Wanna Live in a Dream in My) Record Machine” e “Stop the Clocks”, che non fanno rimpiangere affatto le versioni originali: due gradevoli rivisitazioni che il cantautore inglese ha reso più energia, perfezionandole dal punto di vista degli arrangiamenti.

In sostanza è un disco che quasi, quasi (non per risultare “blasfemo” alle orecchie dei fan più accaniti), non ci fa rimpiangere lo scioglimento degli Oasis, nitidamente orientato verso uno stile musicale più moderno che non ci dispiace affatto.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=kFx_IniNjfE[/youtube]

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