“Questo pezzo mi ricorda qualcuno…”
“Tom Waits..?”
“No.. Shivaree”
“…”
Tralasciando le improbabili similitudini vocali, “Lost Bags” dei Dead Cat in a Bag è un album notturno e malinconico, in cui una voce calda e profonda canta i fantasmi di vecchie storie.
A livello strumentale l’opera è un trionfo di musicisti, strumenti e collaborazioni varie.
Luca Andriolo nelle 14 tracce suona almeno una ventina di strumenti. Roberto Abis non è da meno e a loro si unisce una sfilza di musicisti tra cui: Luca Iorfida, Andrea Bertola, Ivan Bert, Marcello Caudullo, Gian Luca Mondo, Marco Piccirillo, Sebastiano D’Amico, Massimo Ferrarotto, Diego Manca Mura, Antonello Aloise, Granma Yason, Liam McKahey e The Artchestra Orchestra.
Re e regina dell’album sono il freddo e la notte, o almeno io me lo immagino così: come una sorta di vuoto gelido in cui trovano spazio i pensieri caldi di un uomo solo.
Da qualche parte c’è un fuoco, forse una stanza buia, l’odore del legno. Altrove i venti del deserto, a volte un saloon, qualche luogo sperduto in America.
In A Rose and a knife il vuoto si riempie di ricordi e la voce di Luca viene spezzata da violenti rumori metallici, come un urlo freddo in cui culminano tutti i rimpianti:
What I know I always knew.
I wanted to be a kid
Acting as an old tramp.
To live with a rose and a knife
And a tattoo.
What I know I always knew.
I wish I was an old tramp
Acting as a kid.
Tra le tracce più riuscite: la collaborazione con Liam McKahey in No Lust Left e una The Stow-Away Song che deve qualcosa ai Calexico.
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